Quinto Comandamento: "Onora tuo padre e tua madre"
Il 5° comandamento ha di mira la protezione di quella cellula sociale fondamentale, che è la famiglia. Secondo il pensiero di Dio, padre e madre debbono essere "onorati" (KABBED), termine che potrebbe essere più propriamente tradotto con l'espressione "tenuti nella debita considerazione". I genitori sono destinati da Dio ad essere delle "guide illuminate" per i propri figli (Prov 1:8); il comandamento però non contesta solo l'individualismo di coloro che pensano di potere in assoluto fare a meno del proprio "prossimo" più immediato (i genitori), ma anche ogni forma di autoritarismo di quei genitori che ritengono di potere disporre in assoluto delle esistenze dei propri figli. In Israele i genitori erano tenuti in grande considerazione, poiché per loro tramite i figli venivano a conoscenza non solo dei potenti atti di liberazione dell'Eterno, ma erano informati a proposito dei comandamenti e delle promesse di Dio, e dato il rigore con il quale alcune inadempienze venivano punite si comprenderà la non piccola responsabilità che ricadeva sui genitori per l'istruzione e sui figli per quanto concerneva l'ascolto (Deut. 7:35). Ai genitori erano inoltre demandate responsabilità come ad esempio, custodire i segni della verginità della propria figliuola sposata (Deut. 22:15ss), sciogliere eventualmente i voti assunti da. una propria "figlia nubile" (Num.30:3-5 ), denunciare agli anziani la condotta dissoluta da un proprio figlio (Deut. 21:18-21). La Scrittura è molto realistica nel considerare che non sempre i genitori espletano quella funzione regolatrice, per la vita dei figli; sovente questo avviene perchè i genitori non sono credenti, anche in tale caso l'onore dovuto al padre e alla madre non dovrebbe venire a mancare, neppure sulla base di considerazioni di incapacità, da parte loro a ricoprire un ruolo efficace di guida. I genitori andrebbero onorati, se non altro, per il fatto che Dio per loro tramite ci rammenta che non ci siamo fatti da soli, e inoltre onorando i nostri genitori, onoriamo la scelta di Dio, il quale ci ha fatti venire al mondo dandoci determinati genitori e non altri. Il quinto comandamento è teso anche a ricordarci, una volta di più, come all'interno della società voluta da Dio vi siano ruoli differenti, e che i genitori dovrebbero vegliare sulle differenze stesse di ruolo affinchè esse non vengano meno. Nel caso di genitori irresponsabili o incapaci, i figli sono invitati a non "maledirli" ma ad aiutarli se possibile, a svolgere il proprio mandato. D'altronde i genitori credenti,dal brano di Colossesi 3:21, sono invitati a non irritare i propri figli (a non usare ad esempio il 9° comandamento come uno strumento per ottenere rispetto). Nel caso i genitori siano del tutto incapaci di assolvere al proprio ruolo di guide, la chiesa può senz'altro sostituirsi ad essi (non diversamente da come accadeva in Israele a proposito degli orfani). Nota I La promessa connessa al quinto comandamento(Es.20:12):".. affinchè i tuoi giorni siano prolungati", conferma di quanto questo comandamento sia di vitale importanza. In Israele, disonorare i propri genitori, ad esempio non tenendo in debito conto i loro insegnamenti poteva per i figli significare andare incontro a probabile morte