Credo o Simbolo di Nicea 1

Credo o Simbolo di Costantinopoli 2

Pisteuomen eij ena Qeon, Patera Pantokratora, pantwn oratwn te kai aoratwn poihthn. Kai eij en Kurion Ihsoun Criston, ton Uion tou Qeou, gennhzenta ek tou  Patro, monogenh tou estin ek th ousia$ tou Patro$, Qeon ek Qeou kai 3 fw$ ek fwto$, Qeon alhqinon ek Qeou alhqinou. Gennhqenta, ou poihqenta, omoousion tw Patri. Di'ou ta panta egeneto ta te en tw ouranw kai ta epi th$ gh$, ton di'hma$ tou$ anqrwpou$ kai dia thn hmeteran swthrian katelqonta kai sarkwqenta, kai 4 enanqrwphsanta, paqonta 5 kai anastanta th trith hmera, kai anelqonta eij tou$ 6 ouranou$ 7 ercomenon krinai xwnta$ kai nekrou$. Kai ei$ to Agion Pneuma. Tou$ de legonta$, oti 8 hn pote ote ouk hn kai prin gennhqhnai ouk hn, kai oti ex ouk ontwn egeneto h ex etera$ upostasewj h ousia$ 9 faskonta$ einai h ktiston, h trepton, h alloiwton ton Uion tou Qeou anaqematizei h agia kaqolikh kai apostolikh 10 ekklhsia.

Pisteuomen eij ena Qeon, Patera Pantokratora, poihthn ouranou kai gh$, oratwn te pantwn kai aor£twn. Kai eij ena Kurion Ihsoun Criston ton Uion tou Qeou ton monogenh ton ek tou Patro gennhqenta pro pantwn twn aiwnwn 11 fw$ ek fwto$, Qeon alhqinon ek Qeou alhqinou, gennhqenta, ou poihqenta, omoousion tw Patri. Di'ou ta panta egeneto ton di'hma$ tou$ anqrwpou$ kai dia thn hmeteran swthrian katelqonta ek twn ouranwn, kai sarkwqenta ek pneumato agiou kai Maria$ th$ parqenou, kai enanqrwphsanta staurwqenta te uper hmwn epi Pontiou Pilatou, kai paqonta, kai tafenta, kai anastanta th trith hmera kata ta$ grafa$, kai anelqonta eij tou ouranou$, kai kaqezomenon ek dexiwn tou Patro$, kai palin ercomenon meta doxh$ krinai zwnta$ kai nekrou$ ou th basileia$ ouk estai telo$ 12 . Kai ei$ to Pneuma to Agion, to kurion, to zwopoion, to ek tou Patro$ ekporeuomenon, to sun Patri kai Uiw proskunoumenon kai sundoxazomenon, to lalhsan dia twn profhtwn. Ei$ mian agian kaqolikhn kai apostolikhn ekklhsian omologoumen en baptisma eij afesin amartiwn prosdokwmen anastasin nekrwn kai zwhn toà mellonto$ aiwno$. Amhn. 13

Crediamo in un unico Dio, Padre Onnipotente, che ha fatto tutte le cose visibili e invisibili. E in un unico Signore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato dal Padre, cioè tratto dalla sostanza del Padre. Dio da Dio e luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato non fatto, della stessa sostanza del Padre. Attraverso Lui ogni cosa è stata fatta, le cose celesti e quelle terrestri.
A motivo di noi uomini, per la nostra salvezza, si abbassò, si incarnò e si fece uomo, patì e risorse il terzo giorno, ascese a cieli da cui tornerà per giudicare i vivi e i morti. E (crediamo) nello Spirito Santo. Chi afferma che vi fu un tempo quando Lui (il Figlio) non era, oppure che Egli non era prima di essere generato, o che Lui era fatto dal nulla o da altra ipostasi o sostanza, o che il Figlio di Dio è creato o mutabile o alterabile: è condannato dalla santa chiesa cattolica.

Crediamo in un unico Dio, Padre Onnipotente, che ha fatto cielo e terra, tutte le cose visibili e invisibili. E in un unico Signore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l'unigenito dal Padre, generato avanti i secoli, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non fatto, della stessa sostanza del Padre. A motivo di noi uomini, a motivo della nostra salvezza scese dai cieli, si incarnò grazie allo Spirito Santo e a Maria vergine, si fece uomo, fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì, fu sepolto, risorse il terzo giorno secondo le Scritture, asceso ai cieli, si è assiso alla destra del Padre, tornerà di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà mai fine. (Crediamo) nello Spirito Santo, il Signore, il datore di vita, che procede dal Padre, e che insieme al Padre e al Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato tramite i profeti. (Crediamo) in una santa cattolica e apostolica chiesa, confessiamo un battesimo per la remissione dei peccati, ricerchiamo la risurrezione dei morti e la futura vita eterna. Amen

Il Simbolo Costantinopolitano è considerevolmente più ampio del Simbolo Niceno, anche considerando la sua omissione della formula finale di anatema. Egli aggiunge gli articoli concernenti lo Spirito Santo, la chiesa e la salvezza. Importante l'addizione "secondo le Scritture" , una sorta di omaggio alla divina e infallibile guida della Parola di Dio. Tale Simbolo è più simmetrico e completo di quello di Nicea, e nella sua struttura simile al Simbolo Apostolico: inizio con la creazione e conclusione con la vita eterna, senza dissonanze di tipo polemico.

Il Simbolo Costantinopolitano venne adottato per un certo periodo a fianco di quello Niceno, ma gradualmente divenne egemone, specie dopo il Concilio di Calcedonia del 451 d.C. Da allora fu conosciuto con il nome di Credo Niceno-Costantinopolitano o erroneamente Credo Niceno. L'originale Simbolo Niceno è ancora in uso in alcune chiese scismatiche dell'est.

La chiesa latina adotta il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, ma a partire dal Concilio di Toledo del 589, aggiunge nell'articolo sullo Spirito Santo l'addizione ulteriore Filioque.

Note.

1 Il Simbolo di Nicea può essere trovato insieme alla Confessione di Eusebio di Cesarea in: Eusebio Epist. ad suae parochiae homines, che è trasmessa da Atanasio al termine della sua epistola: Epist. de decretis Nicaenae Synodi ; anche in Teodoreto con alcune variazioni (H. E. i. 12), e Socrate (H. E. i. 8). Sozomene omette (H. E. i. 10) Il Simbolo con variazioni non essenziali da Atanasio nella sua epistola all'imperatore Gioviano (cap.3), e da Gelasio Cizico in Lib. Synod. de Concil. Nicaeno, ii. 36.

2 Il Simbolo di Costantinopoli può essere trovato in tutte le collezioni di Atti del 2° Concilio Ecumenico. Probabilmente esso non fu messo a punto direttamente dal concilio, tantomeno da Gregorio da Nissa o Gregorio Nazianzeno a cui solitamento è ascritto. Le addizioni per il quale esso si distingue dal simbolo di Nicea, erano già in circolazione sotto diverse forme (nel Simbolo di Epifanio o di Basilio il Grande, ad esempio), e assunsero forma definitiva gradualmente nel corso della controversia. Il Simbolo di Costantinopoli è non considerato distinto da quello di Nicea da Gregorio Nazianzeno nell'Epistola 102 a Cledonio, nè dal 3° Concilio di Efesoor. Esso fu solennemente letto al Concilio di Calcedonia, adottato nei suoi Atti e in tal modo solennemente sanzionato.

3 Kai è assente in Atanasio (De decretis, etc,).

4 Kai è assente in Atanasio; è presente in Socrate e Galerio.

5 Gelasio aggiunge tafenta, "sepolto".

6 Senza articolo in Atanasio.

7 C'è chi aggiunge kai.

8 Atanasio omette oti.

9 Qui upostasis e ousia sono ancora usati in modo intercambiabile. Compara per il contrario, Petavius, De trinit. l. iv. c. 1 (p. 314 sqq.). Rufino, i. 6, translates: "Ex alia subsistentia aut substantia."

10 Atanasio omette agia e apostolikh. Theodoreto ha entrambi i predicati. Socrate ha apostolikh, tutti hanno kaqolikh.

11 Questa addizione appare intorno al 341 d.C. (Concilio di Antiochia).

12 Questa aggiunta è probabilmente ripresa dal Credo di Antiochia del 341, ed è diretta contro Marcello di Ancira, Sabellio e Paolo di Samosata, i quali insegnavano che l'unione del potere di Dio (energeia drastikh) con l'uomo Gesù sarebbe cessata alla fine del mondo, così che il Figlio e il suo Regno non potevano essere intesi come eterni.

13 Addizioni simili, concernenti lo Spirito Santo, la chiesa cattolica, il battesimo e la vita eterna, sono presenti nei simboli messi a punto da Cirillo di Gerusalemme, Basilio, ed Epifanio.