INTERPRETAZIONI SULLA SETTIMANA BIBLICA DELLA CREAZIONE.
Ci confronteremo con le varie interpretazioni date al brano di Gen. 1:1-2:3, cercando di stabilire quale meglio si attagli ad esso e assumendo come linee guida le seguenti considerazioni:
A) La Bibbia è l'infallibile Parola di Dio, essa è definita anche "rivelazione speciale";
B) La Bibbia si interpreta con la Bibbia stessa;
C) La Bibbia è un documento storico autentico;
D) I risultati dell'attività scientifica possono essere un aiuto nella comprensione della Bibbia, infatti ciò che costituisce oggetto della ricerca scientifica nella Bibbia è chiamato "rivelazione generale".
E) L'Antico e il Nuovo Testamento sono strettamente correlati.
1) Interpretazione
letteralista; è la più importante delle teorie denominate
"creazioniste", vedi anche 2) 3) 4). Coloro che seguono l'interpretazione
letteralista affermano, in linea di principio, che "le parole delle Sacre
Scritture affermano quello che dicono", dunque, la "prima lettura"
del brano ne stabilisce il significato; tale teoria interpretativa in relazione
al brano che stiamo esaminando, comporta che il termine "giorno" (
ebraico "yom" ) debba intendersi nell'accezione comune di giorno di
24 ore, così l'espressione "sera e mattino". Tale interpretazione,
che nel passato era ampiamente seguita dai Padri della Chiesa e dai Riformatori,
oggi trova largo seguito presso quei credenti che amano definirsi "semplici",
e riposa sostanzialmente sull'assunto che non bisogna necessariamente essere
degli intellettuali per comprendere il senso delle Sacre Scritture.
Va sottolineato, però,che la Scrittura stessa sembra distinguere
tra la lunghezza di ciascuno
dei sei giorni creazionali e il settimo giorno di riposo (Gen. 2:2), il quale
sembrerebbe apparentemente essere indefinitamente esteso ( ben più delle
24 ore canoniche ).
Infatti ,quest'ultimo manca, rispetto ai primi sei, dell'espressione
conclusiva "fu sera e fu mattina" .Inoltre, vi sono brani nella Scrittura
che lo considerano addirittura comprensivo del tempo attuale ( Ebrei 4:3-5 che
cita il Salmo 95:11 ). La parola ebraica "yom" (giorno), talvolta, indica
un periodo di tempo più lungo delle 24 ore ( Gn. 2:4; Dt. 31:18; 34:6;
Sal. 37:13; 137:7; Isaia 61:2; Zc. 14:1-2 ); anche il termine ebraico "ereb"
(sera) a volte, assume un senso diverso da quello di "sera di un giorno
di 24 ore": in Zc. 14:7 "sera" sta per "manifestazione di
Dio".
La teoria creazionista intesa in senso stretto, dunque,mette
in corto circuito la relazione
tra "rivelazione generale" e "rivelazione speciale" in quanto, se
la Terra è molto più giovane rispetto a quanto la scienza
ritiene, non vi è modo di accedere a una teoria oggettiva "scientifica"
valevole tanto per il credente quanto per il non credente.
2) Teoria restituzionista,
detta anche del teoria del "gap"; coloro che seguono tale interpretazione- che è
un vero e proprio reperto archeologico a livello esegetico ( ne fu autore T.
Chalmers 1780-1847) - sostengono che tra Genesi 1:1 e Genesi 1:2 vada collocata
la ribellione di Satana e dei suoi angeli e la distruzione della prima creazione
perfetta.
Dopo questo "gap" verrebbe descritta una nuova creazione.
Dio avrebbe, in tal modo, "restaurato" (restituito) la creazione originaria.
Le ere geologiche, con i loro lassi di tempo di milioni di anni, dovrebbero essere
riferite alla prima creazione (Gn.1:1), mentre i tempi solari apparterrebbero
alla seconda creazione.
Tale esegesi è esposta a critiche tanto di tipo
scientifico quanto di tipo biblico.
Le obiezioni bibliche sono sia esegetiche che
grammaticali: 1) nella Bibbia non si fa menzione di una doppia creazione;
2) si forza la grammatica ebraica nel momento in cui si vuol fare dire al brano
di Gn. 1:2 che "la terra divenne informe e vuota" piuttosto che "la
terra era informe e vuota" 3) l'espressione "informe e vuota"
(in ebraico: tohu wabohu) non sembra possa assumere il significato di "caotica"
o "distrutta"; infatti, anche se in altri due brani (Isaia 34:11; Geremia
4:23), la medesima espressione assume il significato di un giudizio negativo
da parte di Dio, nella totalità degli altri casi (Deuteronomio 32:10;
Giobbe 6:18; 12:24; 26:7; Salmo 107:40; Isaia 45:18;) i due termini assumono
sempre il significato di "vuota" e "inabitata"; 4) le tenebre
di Gen. 1:2 non debbono essere intese come un'espressione del male che ha distrutto
la creazione originaria di Dio,dato che Dio è il creatore della luce
e delle tenebre fisiche.
E' Lui il creatore del giorno e della
notte (Salmo 104:19-24; 139:12); 5) si fa una distinzione indebita attribuendo
al verbo "fare" (àsah) un significato diverso da quello di
"creare" (barà) in quanto Gen.1:26-27 li pone in relazione.
Il risultato di tale distinzione è, ad esempio, che Dio pur avendo fatti
gli animali il quinto giorno in realtà li avrebbe creati il quarto giorno!
Secondo i restituzionisti, il verbo fare verrebbe usato esclusivamente per indicare
la ri-creazione dei cieli e della terra in sei giorni e sovente assume il senso
di "fare apparire quanto Dio nella prima creazione aveva già realizzato",
3) Teoria del diluvio; coloro che seguono questa interpretazione, interpretano la settimana della creazione in modo letterale e ritengono che le stratificazioni fossili si siano formate durante il diluvio di Gen. 7 . Secondo costoro, la creazione sarebbe avvenuta non più di 6000-10000 anni fa, e tutte le attuali modificazioni della crosta terrestre e i resti fossili sarebbero da addebitare allo scorrimento delle acque di tale immane inondazione.
4) Teoria della creazione
con età apparente; coloro che seguono tale teoria ritengono che
Dio abbia creato l'universo conferendogli un'età apparente ben più
antica di quella reale.
Tale soluzione propende ovviamente per uno scetticismo
completo sulla possibilitàdi descrivere, da parte della scienza,
in modo oggettivo il creato, dunque mette in crisi il valore della cosidetta
"rivelazione generale".
5) Interpretazione
dei giorni-era; è la più importante delle cosidette "teorie
concordiste" , vedi anche 6) 7) 8), che mettono in evidenza l'accordo sostanziale
tra le scoperte scientifiche concernenti le ere geologiche e il testo scritturale.
Coloro che seguono l'interpretazione dei giorni-era affermano che il termine
"giorno" del brano di Genesi debba essere compreso nel senso di "era
geologica" (vedi ad esempio il significato che assume il termine "giorno"
in Gen. 2:4), stabilendo così un'esplicita relazione tra l'insegnamento
biblico concernente le origini e le affermazioni scientifiche.
Tale interpretazione
sicuramente rinuncia al letteralismo, e non pretende di dare risposte
lì dove il brano biblico non è molto chiaro. Ha, tuttavia,lo svantaggio
di volere trovare a tutti i costi conferma a teorie scientifiche
(che sono solo teorie appunto ) all'interno
del racconto della creazione.
Ad esempio, assegnando ogni giorno della creazione a periodi geologici, si ignora
che l'epoca "siluriana", assegnata al terzo giorno, non contempla
la presenza di piante, i cui resti fossili (Angiosperme) sono stati trovati
negli strati assegnati "cretaceo", più recente di circa 220
milioni di anni.
6) Interpretazione
della sovrapposizione dei giorni-era; coloro che seguono tale interpretazione
affermano che i giorni creazionali corrispondono a lunghissimi periodi di tempo,
ma evitano di identificare tali periodi con precise ere geologiche. Essi ritengono
ad esempio, che l'attività del secondo giorno fosse ancora in corso quando
ebbe inizio il terzo. L'attività di ciascun giorno creazionale sarebbe
terminata prima che si concludesse quello del successivo.
Si tratta di una insostenibile via di mezzo tra due
letture del brano genesiaco della creazione :quella che ritiene la terra essere
molto giovane e creata istantaneamente, e quella che sostiene che la creazione
implica un processo naturale di sviluppo sotto il controllo di Dio, come anche alcuni
scienziati suppongono. Sovente l'interpretazione in discussione non è
altro che una stazione intermedia al passaggio dalla prima alla seconda "lettura".
7) Interpretazione
detta del "fiat"; A. Hayward è il principale rappresentante
di tale posizione e coloro che la seguono affermano che ogniqualvolta Dio
pronunzia il "sia" del brano della creazione ( latino "fiat"),
ciò che costituisce oggetto del comando è destinato inevitabilmente
a realizzarsi.
Ciascun "fiat" corrisponderebbe allora ad un "giorno",
e ogni "fiat" sarebbe da considerarsi come il punto di partenza per lo svolgimento della storia
della creazione, che si snoderebbe attraverso lunghi periodi.
Dunque, da una
parte vi sono i "fiat" che corrispondono ai "giorni" della
creazione, dall'altra lo svolgimento di tali "fiat".
Tale interpretazione
fa il paio con la "teoria della ripunteggiatura", che si propone di
mutare i segni di interpunzione dei brani biblici, assenti nei testi originali,
per renderne più chiaro il significato. Nel caso del nostro brano, tale
teoria intende evidenziare una volta di più la supposta differenza tra
i brevi "fiat" e il loro lungo svolgimento; ad esempio, per il brano
di Genesi 1:3-6 la proposta di ripunteggiatura è la seguente: "E
Dio disse ,'Sia la luce' (E la luce fu. E Dio vide che la luce era buona; e
Dio separò la luce dalla tenebre. Dio chiamò la luce giorno, e
le tenebre notte). E ci fu sera e mattina, primo giorno: E Dio disse, 'Ci sia
un firmamento in mezzo alle acque, che separi le acque dalle acque'. ( E Dio
fece il firmamento e separò le acque che sono sotto al firmamento da
quelle di sopra)".
Quanto è posto tra parentesi coprirebbe, dunque, enormi periodi
di anni, diversamente da quanto è posto fuori parentesi che, invece,
sarebbe avvenuto
istantaneamente. Questa interpretazione nel suo complesso dona senza dubbio
molto spazio alla sovranità di Dio sul proprio progetto creazionale,dato che
quanto il Signore decide viene certamente all'esistenza, ma ha lo svantaggio
di apparire un pò troppo artificiosa rispetto alla grammatica dei testi
in questione.
8) Interpretazione dei giorni intermittenti modificati; coloro che accettano questa interpretazione ritengono che ciascun giorno della settimana creazionale sia da intendersi letteralisticamente come di 24 ore. Dio, nei 6 giorni della creazione, avrebbe solo iniziato qualcosa di nuovo, ma l'effetto di ciascun giorno creazionale sarebbe continuato per milioni di anni. Il settimo giorno, inoltre, sarebbe da considerarsi aperto al futuro. Tale interpretazione modifica il senso del letteralismo dei sei giorni creazionali e li fa essere solo punti di inizio di susseguenti ere geologiche. Tale teoria ha il pregio di sottolineare la continuità della creazione di Dio, e di prendere sul serio i risultati della ricerca scientifica ( non a caso i suoi propugnatori sono due fisici R.C. Newman ed H.J. Eckelmann).
ERE
|
PERIODI
|
MILIONI DI ANNI
|
VITA ANIMALE
|
VITA VEGETALE
|
NEOZOICO
|
Oligocene Pleistocene |
0,011 1 |
Specie attuali di mammiferi-homo sapiens. Specie attuali mammiferi |
Flora simile all'attuale. Flora simile all'attuale. |
CENOZOICO
|
Pliocene Miocene Oligocene Eocene Paleocene |
12 23 35 55 70 |
Generi attuali mammiferi. Sottofamiglie attuali mammiferi. Famiglie attuali mammiferi. Comparsa mammiferi attuali (ordini e sottordini). Predominanza mammiferi arcaici. |
Flora simile all'attuale. Flora simile all'attuale. Flora simile all'attuale. Declino delle cicadee, sviluppo dicotiledoni. Predominio angiosperme. |
MESOZOICO
|
Cretaceo Giurassico Triassico |
135 180 220 |
Estinzione grandi rettili e ammoniti. Grandi rettili, compaiono i primi uccelli e i mammiferi arcaici. Primi dinosauri |
Comapaiono le prime angiosperme. Declino delle pterdofite. Pieno sviluppo delle Gimnosperme. Predominio Cicadee e Conifere. |
PALEOZOICO
|
Permiano Carbonifero Devoniano Siluriano Cambriano |
270 350 400 490 600 |
Predominio rettili. Primi rettili- Pesci. Predominio pesci- Anfibi. Predominio Cafalopodi e Brachiopodi. Invertebrati- Trilobiti e Brachiopodi. |
Conifere primitive. Foreste di Pteridofite. Pteridofite arboree. Prime Pteridofite terrestri. Vari tipi di alghe. |
ARCHEOZOICO
|
Algonchiano Archeano |
Esempi di Invertebrati come molluschi e artropodi. Assente |
Forme simili ai batteri. Alghe azzurre. |
9) Interpretazione
allegorica; coloro che seguono tale corrente ritengono che il
brano di Gen. 1:1-2:3 non descriva eventi storici, ma che, piuttosto, abbia
un significato decifrabile attraverso l'interpretazione esistenziale dell'intero brano.
Si cerca, in tal modo, di preservare il testo sacro
da qualsiasi trivializzazione, cercando, nel contempo, di spiritualizzarne i particolari e
operando una separazione netta tra scienza e fede.
In quest'interpretazione
confluiscono tanto i liberali, che interpretano la creazione
come un "mito", quanto i neo-ortodossi" che parlano invece di
"saga".
Tutti costoro ritengono che il racconto della creazione narri
quello che Dio ha fatto, ma non come Egli lo ha fatto. La scuola liberale, oltre
a utilizzare tale teoria per negare storicità al brano della creazione,
se ne serve anche per avallare la discendenza dell'uomo dalla scimmia.
Coloro
che seguono tale metodologia spezzano l'unità tra Antico
e Nuovo Testamento, non riconoscendo la storicità degli episodi dell'AT
riferiti nel NT. Per fare qualche esempio, con riferimento ai capitoli 2 e 3 di
Genesi, Adamo ed Eva non sono considerati persone reali e il loro peccato e relativa
maledizione (Gen. 3) sarebbero una descrizione della condizione
umana.Paolo (Rom. 5:12-19) afferma, al contrario, che il peccato è
entrato nel mondo per causa di un solo uomo, Adamo.
10)
Interpretazione
letteraria o cornice; è questa teoria, molto antica,annovera
tra i suoi sostenitori Agostino d'Ippona.
La settimana della creazione viene considerata una composizione artistica, una
sorta di poema di quanto accadde quando Dio decise di portare le cose all'esistenza.
Si tratta di un tentativo di togliere
verosimiglianza storica agli eventi narrati. Ciò che è presentato
in un certo ordine nel poema non corrisponderebbe necessariamente all'ordine reale degli
eventi primordiali. L'autore ispirato, cioè, desiderava trattare alcuni temi religiosi,
come ad esempio la creazione dell'universo dal nulla, la provvidenza di Dio,
la Sua potenza, saggezza ect., e provvedere una teologia del sabato.
Tale interpretazione
rifiuta l' approccio letteralista del brano e differisce anche dall'interpretazione
allegorica, che lavora su un testo preliminarmente de-storicizzato; inoltre, ci
ricorda che, leggendo la Scrittura non dovremmo avere come scopo principale quello
di accordarla con una qualche teoria scientifica, ma comprenderne il messaggio intrinseco.
Quindi, il capitolo 1° della Genesi sarebbe un esempio di come giungere a conoscere
la storia attraverso il ragionamento ovvero una visione
"teologica" della storia.
Pertanto, laddove sono usati dei simboli,
essi servono a dare un significato universale a riferimenti storico-reali.
Molti dei sostenitori di tale tesi considerano tale lettura come non-storica e
considerano i capitoli 1 e 2 di Genesi come
interamente poetici.
Ma anche se il brano è ricco di numeri simbolici ( il che testimonierebbe della poeticità
di esso) si può da ciò necessariamente concludere che il brano sia non storico?
Che pensare allora dei 3 giorni trascorsi da Giona nel ventre del pesce, dei
tre amici che fanno visita a Giobbe, di Cristo risuscitato il terzo giorno,
della stessa Trinità? E per quanto concerne il numero 7, che pensare
di Giacobbe che servì Labano per 7 anni per ciascuna delle sue due mogli,
dei 7 periodi di 7 anni dopo i quali ad Israele era comandato di celebrare il
giubileo, dei 7 giorni della Pasqua ebraica, dei 7 periodi di 7 giorni contati
a partire dalla Pasqua e facenti capo alla Pentecoste, dei 7 diaconi? La presenza
del 3 e del 7 in questi avvenimenti li rende forse simbolici?
Nella Sacra Scrittura
troviamo altri componimenti poetici basati su relazioni numeriche, le quali
non sembrano prescindere dalla storicità dei testi che le contengono;
si pensi al libro delle Lamentazioni basato sullo schema delle
22 lettere dell'alfabeto ebraico ( esso consiste di 5 lamenti di 22 versi ciascuno
eccetto il terzo che conta 66 versi, 3x22); nessuno ardirebbe affermare che tale
struttura abbia per contenuto qualcosa di diverso dal dolore cagionato dalla
deportazione assira (1:4), dall'esilio del re (2:9), dal possesso delle terre
da parte degli invasori stranieri (5:2). Va altresì detto che tale teoria
lascia ampio spazio alla ricerca scientifica e alle sue conclusioni.
8) Interpretazione detta delle visioni; coloro che seguono tale interpretazione ritengono che Mosè, l'autore del libro della Genesi, abbia ricevuto rivelazione intorno alla creazione del mondo, tramite 7 visioni mandatagli da Dio, e ricevute nel corso di 7 giorni (o forse un'unica visione dalla durata di 7 giorni) da cui il ritornello "e fu sera e fu mattina". Tale interpretazione, largamente fondata su congetture, assume che la sequenza dei fatti descritti in Gen. 1, non sia cronologica, anche sulla base del fatto che la creazione dei corpi celesti è avvenuta il 4° giorno, il giorno dopo la creazione dei vegetali, che però avrebbero bisogno della luce solare per vivere!.Ciò farebbe pensare che le varie fasi della creazione siano riferite secondo un ordine "logico", cioè come un uomo posto sulla Terra descriverebbe l'opera di Dio. Il problema più grave di questa esegesi è che difetta a livello di comprensione della dottrina dell'ispirazione, in quanto non tiene conto che l'autore del brano genesiaco abbia potuto avere la possibilità di un utilizzo artistico-religioso di materiale pre-esistente. Inoltre, Gen 1:1 non sembra essere compreso nella sequenza delle supposte visioni giornaliere, mancando della specificazione " fu sera e fu mattino".