Documenti di Storia del Puritanesimo e Confessioni di Fede Riformate

 

Atto di Sottoscrizione dei 39 Articoli (1571)
Atto contro i Puritani (1539)
Canoni di Dordrecht e Rimostranza Arminiana (1619)
Confessione di Westminster
Confessione Battista (1689)


Atto di Sottoscrizione dei 39 Articoli (1571)

Quest'Atto fu concepito e approvato dal parlamento inglese nel 1571, senza tener conto delle ben note riserve della regina a tale tipo di legislazione. Poco venne fatto dal Parlamento per aiutare i Puritani oppressi.
L'Atto in questione stabiliva che i vescovi soltanto dovevano stabilire chi fosse adatto alla predicazione, concedendo o revocando licenze in tal senso; coloro che erano ritenuti adatti avebbero poi dovuto sottoscrivere i 39 Articoli e una dichiarazione di rifiuto di tutti quegli elementi estranei alla religione anglicana e caratterizzanti in modo particolare il puritanesimo. Tali decisioni pur non essendo state sanzionate dall'autorità regale, vennero applicate dai vescovi con estremo rigore. Numerosi chierici puritani furono immediatamente privati della loro licenza di predicatori, poichè rifiutarono di sottoscrivere i canoni.
Nell'Atto vengono riconosciute valide le ordinazioni effettuate dai presbiteri, senza il concorso dei vescovi.
I 39 Articoli erano stati approvati nel 1563 e riveduti nel 1571 (anche se questo punto è controverso in quanto la revisione riguarderebbe il 20° articolo con il quale si concederebbe alla chiesa di Inghilterra di legiferare in merito a riti e cerimonie), divenendo la confessione di fede della chiesa anglicana. Erano stati ricavati dai 42 Articoli messi a punto da Cranmer (calvinisti nella sostanza, approvati nel 1553, poco prima della morte di Eduardo IV).
Essi erano una via media tra Roma e l'Anabattismo (non tra Roma e Ginevra): luterani in relazione alla predestinazione e agli adiafora, calvinisti per quanto concerneva i sacramenti.

Atto contro i puritani (1593)

L'Atto contro i Puritani del 1593, costituì il culmine delle misure adottate dalla regina Elisabetta al fine di reprimere il puritanesimo. La sua legislazione era cominciata con la pubblicazione il 15 gennaio 1559 del "Supremacy Act" con il quale dismetteva il titolo di Capo Supremo della Chiesa di Inghilterra (adottato dal padre Enrico VIII) e adottava quello di "Governatore Supremo"; aveva poi promulgato, il 27 aprile del 1559, l'Uniformity Act, con il quale veniva rimesso in vigore il Prayer Book del 1552 (a cui avevano lavorato Bucero e Vermigli), apportandovi qualche mutamento (abolendo in particolare la prescrizione di ricevere la cena in piedi anzichè in ginocchio e la litania "Dalla tirannide del vescovo di Roma e da tutte le sue atrocità, liberaci, o Signore").
Il Toleration Act, approvato dal Parlamento inglese il 24 maggio del 1689, può essere considerato l'abrogazione dell'Atto contro i Puritani. Con quest'Atto si riconosceva a tutti i dissidenti trinitari di praticari il proprio culto liberamente a condizione che lo facessero pubblicamente, in edifici registrati dal vescovo, dall'arcidiacono o dal giudice di pace. Untariani e cattolici erano esclusi dai benefici e solo agli anglicani era consentito l'accesso alle cariche pubbliche.

Canoni di Dordrecht e Rimostranza Arminiana

I lavori del Sinodo di Dordrecht ebbero inizio il 13 novembre del 1618 e terminarono il 9 maggio dell'anno seguente, dopo ben 145 sedute.
Ci si proponeva di condannare l'arminianesimo, che si riconosceva nel testo delle "Rimostranze", e di destituirne i ministri di culto che lo professavano.
I canoni non intendono essere una norma teologica, nè una confessione di fede, ma sentenza e condanna. Le opinioni dei teologi convenuti al sinodo divergevano su diversi punti importanti: Cristo era soltanto l'autore o soltanto l'esecutore del decreto di elezione? La volontà di Dio era attivamente intervenuta per la elezione e la dannazione (sovralapsarismo), come aveva sostenuto Calvino, o soltanto per l'elezione (infralapsarismo)? Va detto che ad opera dei delegati stranieri, specialmente inglesi, prevalse l'orientamento infralapsario.

Confessione di Westminster

La Confessione di Westminster (1646), è una sistematica esposizione della ortodossia calvinista, essa fu adottata dalla Chiesa di Scozia nel 1647 e in seguito recepita da molte chiese presbiteriane, e con appropriati cambiamenti dai Congregazionalisti e dalle chiese Battiste in Inghilterra e in America. L'assemblea che redasse la confessione era largamente formata da teologi puritani. Il loro intento era quello di mettere a punto una confessione che fosse una piattaforma di unione per le chiese inglesi e scozzesi.
La confessione riflette un orientamento di tipo scolastico-calvinista, ed è influenzata della teologia del Patto puritana e dagli Articoli Irlandesi del 1615 (che furono anche adottati per un breve periodo dalla chiesa episcopale di Irlanda). I punti più controversi della confessione sono quelli relativi alla doppia predestinazione, al patto delle opere stipulato con Adamo, alla dottrina puritana della certezza della salvezza e ad una sabbatiana comprensione della domenica.

Confessione Battista del 1689

La Confessione Battista del 1689, conosciuta anche come Confessione di Filadelfia (che in realtà è una forma ampliata di due capitoli, sul canto di salmi, inni e canti spirituali e sull'imposizione delle mani sui credenti battezzati), è una forma modificata della Confessione di Fede di Westminster del 1647 e della Dichiarazione congregazionalista di Savoy del 1658.
Essa è la più diffusa delle confessioni battiste a base calvinista. Tale confessione nasce nel 1677 (ma venne definitivamente approvata solo dopo la promulgazione del Toleration Act del 24 maggio del 1689), sotto il regno di Carlo II, durante il quale gli episcopaliani poterono prendere il controllo della Chiesa d'Inghilterra.
Tra il 1661 e il 1665 il Parlamento approvò una serie di provvedimenti tesi a limitare la libertà di culto dei presbiteriani (Clarendon Code). L'Uniformity Act del 24 agosto 1662 fu il primo della serie, esso fu seguito dall'abbandono delle loro parrocchie da parte di 1760 ricusanti. Un ulteriore provvedimento fu l'Atto delle conventicole, con il quale si proibiva il culto privato in presenza di più di 5 persone, ivi comprese i componenti della famiglia.
In realtà Carlo II desiderava una restaurazione del cattolicesimo, pertanto nel 1672 promulgò una Dichiarazione d'Indulgenza che sospendeva i provvedimenti penali contro i non conformisti, ma l'anno seguente il Parlamento comprese le intenzioni del re, lo annullò approvando il Test Act.
La persecuzione fece in modo che i Particular Baptists (cioè i battisti che a differenza dei General Baptists, seguendo l'insegnamento di Calvino, credevano nell'espiazione particolare) di Londra e dintorni, sentissero il bisogno di esprimere in una confessione di fede, ciò che li accomunava ai presbiteriani e ai congregazionalisti. William Collins mise a punto tale confessione, rivedendo fondamentalmente la Confessione di Westminster.
Rispetto alla Confessione di Westminster vi è un'attenuazione della predestinazione dei reprobi, la chiesa è composta solo da coloro che professano fede in Cristo, si riconoscono solo due uffici quello del vescovo o anziano e quello del diacono, la predicazione non è responsabilità esclusiva del vescovo, si prendono le distanza da una chiesa nazionale di tipo territoriale, le autorità civili non possono ingerirsi delle cose spirituali, i sacramenti possono essere ministrati da tutti i credenti, il battesimo in acqua per immersione e destinato ai soli adulti.
La Confessione di New Hampshire del 1833 è una forma "addolcita" della confessione del 1689.


(autore: Domenico Iannone)