Amiraldismo, Universalismo Ipotetico, Ragione Umana.
L'universalismo ipotetico è il sistema teologico al quale molti
calvinisti al giorno d'oggi aderiscono nella loro comprensione dell'espiazione
di Cristo. Nella sua essenza, esso insegna che Cristo morì per tutti gli
uomini, sebbene soltanto gli eletti ricevano i benefici di tale morte.
Ovviamente è questa un'inconsistenza per quanti accettano il fatto che la
Bibbia presenti nella propria essenza un sistema coerente a livello raziona. Tale
costrutto dottrinale prende il nome di Amiraldismo o Saumurismo, da Moise
Amyraut (1596-1664), un teologo francese che fu insegnante all'Accademia
Protestante Francese di Saumur (nel dipartimento di Maine-et-Loire) dal 1633 al
1664. L'Accademia fu stabilita nel 1598 dal Sinodo Nazionale delle Chiese
Riformate Francesi. Amyraut fu professore, dapprima di legge, poi di teologia.
Tenuto in grande stima come teologo e oratore, fu prescelto nel 1631 per
presentare le proteste ufficiali dei calvinisti francesi, al re Luigi XIII di
Francia (1610-1643) a causa delle ripetute violazioni all'editto di Nantes,
voluto nel 1598 dal re Enrico IV (1589-1610). L'editto poneva termine al
conflitto tra cattolici ed ugonotti (calvinisti) francesi, e prevedeva una
tolleranza abbastanza ampia per gli ugonotti, che potevano ricoprire cariche
pubbliche, aprire scuole, avere un esercito, delle roccaforti di difesa (ad
esempio La Rochelle), godere di un contributo statale per il mantenimento dei
pastori. L'editto fu abolito nel 1685 dal re Luigi XIV (1643-1715), con la
giustificazione pretestuosa che non vi fossero più ugonotti nel proprio regno.
In realtà cercava di dare stabilità alla sua idea dell'assolutismo regio.
Amyraut si adoperò inutilmente per la riunificazione dei calvinisti e dei
luterani, un punto che lui riteneva fondamentale per la coesione del fronte
riformato contro gli assalti della Controriforma francese. I suoi lavori più
noti sono "Etica cristiana", in 6 volumi, e il "Trattato sulla
predestinazione" (1634), nel quale egli introduceva la dottrina
amyraldiana. L'amyraldismo, fu contrastata dal teologo calvinista svizzero, di
origine lucchese, Francesco Turrettini: costui era nato il 17 ottobre del 1623,
e completò i suoi studi teologici a Ginevra nel 1644, dove furono suoi maestri:
Giovanni Diodati, Frederic Spanheim, Alexander Morus, Theodore Trunchin. Dopo
nove mesi di studio a con lo storico della chiesa David Blondel, Turretin si
immerse nel conflitto con Moise Amyraut, che tentava di rimpiazzare la dottrina
della "Espiazione Limitata" con un aspecie di "universalismo
della grazia". Turretini confutò tale tesi nelle sue "Institutio
Thelogiae Electicae" che furono scritte in latino e pubblicate a volumi:
il primo volume nel 1679; il secondo volume nel 1682; il terzo volume nel 1685.
Turretini nel 1650, fu chiamato a ricoprire la cattedra di filosofia
all'Accademia di Ginevra, che rifiutò per non abbandonare la comunità di lingua
italiana che in quel periodo curava, così come aveva già declinato l'anno prima
una chiamata da parte della chiesa di Lione. Nel 1652, Lione rinnovò il proprio
appello essendo veuto improvisamente a mancare il proprio pastore, invito
questa volta accettato dal Turrettini. Tornato a Ginevra gli fu affidata la
cattedra in teologia che era stata di Tronchin, incarico che mantenne insieme
ai propri doveri di pastore della chiesa di lingua italiana a Ginevra sino alla
propria morte avvennuta il 28 settembre del 1687.
L'amiraldismo si basa su un complesso concetto denominato universalismo
ipotetico o condizionale, secondo il quale la volontà di Dio di salvare tutti
gli uomini a condizione che essi credano, nel contempo se una persona non
crede, allora Dio non vuole, in pratica, la sua salvezza. In altre parole senza
la condizione della fede, la salvezza procurata dall'espiazione di Cristo non è
disponibile. Amyraut ipotizzava che vi fossero tre patti tra Dio e l'uomo: il
patto di Opere con Adamo, che comminava benedizioni nella misura in cui Adamo
rispettava i comandi datigli da Dio; il patto della Legge con Israele, che
richiedeva l'obbedienza alla legge scritta; il patto di Grazia, che constava
di: una parte condizionata tra Dio e tutta l'umanità basata su di una grazia
universale, e una parte non condizionata tra Dio e gli eletti basata sulla grazia
speciale. Quindi, rispetto al calvinismo tradizionale, Amyraut affermava che
Dio volesse provvedere alla salvezza di tutti, ma il problema era che non tutti
potevano rispondere alla chiamata a causa del potente effetto corruttore del
peccato. L'universalismo era dunque ipotetico o ideale, mentre il
particolarismo nel discriminare gli eletti era reale, il risultato pratico
finale dell'amyraldismo finiva con l'essere simile a quello del calvinismo
ortodosso, poichè la fede diventava una concessione che Dio faceva solamente
agli eletti, cioè a quelli destinati alla salvezza. In buona sostanza Amyraut
riteneva che il calvinismo potesse essere riassunto in solo 4 punti, invece che
nelle tradizionali cinque dottrine calviniste sintetizzate nell'acronimo T.U.L.I.P.
(l'acronimo T.U.L.I.P sta per Totale depravazione, Una elezione incondizionata,
Limitata espiazione, Irresistibile grazia, Perseveranza dei santi). Amyraut
proponeva di eliminare l'espiazione di Cristo limitata agli eletti. Amyraut in
breve tentava di mettere assieme arminianesimo e calvinismo. A. A. Hodge
descrive tale "novità", nei termini seguenti: "Il loro stesso
sistema era generalmente definito Universalismo Ipotetico o condizionale.
Insegnavano che vi erano due volontà o scopi in Dio a proposito della salvezza
dell'uomo. Una volontà possiede lo scopo di provvedere, a costo del sacrificio
del proprio Figlio, salvezza per ciascuno essere umano senza considerazione per
la loro fede—una condizione che è preconosciuta essere universalmente e
certamente impossibile. L'altra volontà manifesta uno scopo assoluto, che
dipende esclusivamente dal Suo buon gradimento, di assicurare la salvazione
certa ad un definito numero di persone... ". Tale concezione presenta Dio
che ama i non-eletti in modo sufficiente, tanto da offrire il proprio Figlio
alla morte per la loro salvezza, ma non amandoli abbastanza da dare loro anche
la fede e il ravvedimento per fare propria tale salvezza. Dio è rappresentato
come desideroso di salvare tutti gli uomini e nel contempo soltanto gli eletti.
Contrariamente all'arminianesimo, viene negato che i decreti di Dio, siano
condizionati dalla libera decisione dell'uomo, ma nello stesso tempo introduce
nell'universo teologico calvinista espressioni che sono di originevarminiana:
grazia universale, volontà condizionata di Dio, redenzione universale, etc.
L'amiraldismo proponendo una duplicità di volontà in Dio, cade in incoerenze
bibliche, teologiche e logiche. Nel trattato, "Traite de la
Predestination" (pubblicato nel 1634, soltanto 15 anni dopo il Sinodo di Dordt) Amyraut afferma
che Dio, mosso dal proprio amore nei confronti dell'umanità, ha provveduto per
tutti gli esseri umani, pentimento e fede (una inconsistenza biblica e logica).
Il Padre avrebbe inviato il Cristo a morire per tutti i peccati di tutti gli
uomini, allo scopo di raggiungere il Proprio scopo. Comunque, poichè gli esseri
umani dal canto proprio, mai si pentirebbero e crederebbero, Dio decide di
donare una certa misura del proprio Spirito per forzare la volontà di alcuni di
essi, gli eletti. La grazia che elegge è intesa in astratto essere universale
nel provvedimento della salvezza, mentre nell'applicazione di essa è
concretamente particolarista. Il sistema amiraldiano è inoltre complicato dalla
duplice volontà di Dio: la universale condizionata volontà, e la particolare
incondizionata volontà. Nella volontà universale, Dio desidera salvare tutti
gli uomini sulla base della "loro" fede, i testi biblici che Amyraut
porta a sostegno della propria concezione sono Ezechiele 18:23; 33:11; 1
Timoteo 2:4; 2 Pietro 3:9; Giovanni 3:16, mentre per giustificare la volontà
particolare di Dio, sono usati Romani 9:13ff; Efesini 1:3ff. In breve la
teologia amiraldiana afferma: Cristo morì sufficientemente per tutti, ma
efficacemente solo per gli eletti. In realtà la Scrittura insegna che la morte
di Cristo è solo per gli eletti sufficientemente ed efficacemente. L'espiazione
di Cristo ha a che fare solo con gli eletti. Anche se ipotizzaziomo che la
morte di Cristo sia capace di salvare bilioni di persone, la Bibbia mai insegna
ciò, poichè essa tratta sempre e solo della realtà di ciò che Gesù compì (vedi
come il "Patto di redenzione" è presentato nel Salmo 110:4). Durante
l'Assemblea di Westminster il gruppo di Davenant (Amyraldiano) tentò di
introdurre la propria concezione nella Confessione. Uomini quali Samuel
Rutherford e George Gillespie, impedirono questo, per tale motivo la
Confessione è cauta in riferimento ai decreti (vedi WCF Capitolo 3 – Sui
decreti divini). Benjamin
Warfield, chiarisce l'attitudine dei teologi dell'Assemblea di Westminster a
proposito della Bibbia e della logica nel trattato "The Westminster
Assembly and Its Work": "Deve essere osservato, comunque che
l'insegnamento e le prescrizioni della Scrittura, non sono confinate dalla
Confessione a quello che è 'espressamente affermato nelle Scritture'. Agli
uomini è chiesto di credere ed obbedire non soltanto a ciò che è 'espressamente
affermato nelle Scritture', ma anche a ciò che 'per buona e necessaria
conseguenza può essere dedotto dalle Scritture'. Questa è la strenue ed
universale pretesa della teologia riformata nei confronti dei sociniani e degli
arminiani, che desiderano confinare l'autorità delle Scritture all'asservimento
letterale ad esse; ciò implica un caratteristico onorare la ragione come
strumento per l'accertamento della verità. Dobbiamo dipendere dalle facoltà
umane per accertare ciò che le Scritture affermano; non possiamo accettare tali
facoltà e rifiutare la loro guida nel determinare ciò che le Scritture
significano. Ciò non significa, certo rendere la ragione il fondamento
dell'autorità delle dottrine o dei doveri. La Ragione è lo strumento per la
scoperta di tutte le dottrine e i doveri, o ‘espressamente affermati nelle
Scritture’ o ‘per buona e necessaria conseguenza affermati nelle Scritture’: ma
la loro autorità, una volta acclarata, deriva da Dio, che li rivela e prescrive
nelle Scritture, o tramite asserzioni letterali o per necessaria implicazione....
E' questa la coerenza riformata, riflessa nella Confessione, che il senso delle
Scritture è Scrittura, e che gli uomini sono costretti dal loro intero senso,
in tutte le sue implicazioni. Il riemergere in recenti controversie
dell'obiezione che l'autorità delle Scritture deve essere confinate alle sue
esplicite affermazioni, e che la logica umana non deve essere ascoltata nelle
cose divine è dunque una diretta negazione di una posizione fondamentale della
teologia riformata. Tale posizione è esplicitamente affermata nella
Confessione. Una negazione della ragione, derogando dalla quale non soltanto si
rende impossibile il pensare sistematico, ma si getta anche discredito su molte
delle dottrine fondamentali della fede, come ad esempio la dottrina della Trinità,
logicamente implicando la negazione di qualsiasi altra dottrina, poichè nessuna
dottrina biblica di qualsiasi semplicità può essere compresa a prescindere
dall'uso dei processi della conoscenza..."
L'Amiraldianismo mescola materiale biblico e pelagianesimo. Normalmente
quando si comincia a slittare dall'insegnamento biblico a quello amiraldiano,
cominciano ad essere affermate le seguenti idee: 1) Dio ama tutti gli uomini
senza condizioni e cerca di salvarli se credono, capacità che essi autonomamente
posseggono; 2) Gesù Cristo è morto per tutta l'umanitàe allo scopo di offrirle
la possibilità di salvezza; 3) la volontà di Dio è quella di salvare tutti gli
uomini, perchè Egli li ama tutti incondizionatamente, senza riguardo ad un
eterno e immutabile decreto di salvezza per alcuni di loro; 4) Dio possiede due volontà, una universale
e condizionale, l'altra particolare e assoluta; 5) Dio offre a tutti gli uomini
una possibilità di salvezza per il tramite della morte di Cristo.
Amyraut ha concepito un Dio che desidera cose che nella propria onniscienza si è proibito di avere. Dio è frustato nella Sua conoscenza. Lui conosce che non desidera salvare alcuni uomini, ma tuttavia desidera la loro salvezza, pertanto in Cristo crea un'ipotetica possibilità di salvezza per loro. La conclusione è che Dio viola la sua stessa mente e onniscienza, in breve Egli pecca!. Dio va contro ciò che è vero, desiderando in modo frustrante la salvezza di uomini che ha destinato a perdizione. Amyraut pone inoltre la volontà di Dio in opposizione a quella di Cristo. In Giovanni 6:37-40, la volontà del Padre e del Figlio sono una. Gesù non perderà nessuno di quelli che il Pade gli ha dato. In Giovanni 10:15, Gesù afferma di dare la propria vita per il suo gregge, non per tutti gli uomini. In realtà vi sono capre e vi sono pecore, solo a queste ultime Dio assicura la salvezza (vedi Luca 15:4-6; Matteo 25:33). Amyraut in breve non ha compreso la natura del sacrificio di Cristo.