Il termine TULIP è un acronimo (ogni lettera che compone la parola, è l’iniziale di un’altra parola); esso significa "tulipano" in inglese, ed individua, i cinque elementi fondamentali sui quali si basa la dottrina della giustificazione per grazia mediante la fede, secondo l’insegnamento biblico e il pensiero protestante.   Totale Depravazione Una Elezione Incondizionata Limitata Espiazione Irresistibile Grazia Perserveranza dei santi   Non è possibile, credere con coerenza biblica e dunque con logica, soltanto in qualcuno dei cinque punti ritenendo di potere tralasciare quelli che sembrano creare qualche tipo di "imbarazzo". Ciò perchè la dottrina della giustificazione è un "intero", ossia un complesso di dottrine profondamente intersecate tra di loro e non passibili di essere separate, se non a rischio di snaturare il significato stesso della "giustificazione per grazia mediante la fede". Questa dottrina non è composta dunque da un insieme di isolate e indipendenti dottrine, ma da parti talmente inter-connesse tra loro, da formare un sistema semplice, armonioso e consistente. Se qualcuno riuscisse a provare falsa una delle sue parti, l'intero sistema dovrebbe essere abbandonato. Alterare o sottrarre uno dei punti significa incamminarsi su una strada che è quella della teologia cattolica o dell'arminianesimo, che entrambe assegnano all'uomo una parte importante nell'opera di redenzione del Cristo. Arminiani e cattolici, ritengono che la elezione a salvezza sia condizionata, ossia offerta come opportunità a tutti, ciò implica che 1) l'uomo non sia totalmente depravato, ossia un peccatore nemico di Dio, 2) che la grazia non sia irresistibile, e pertanto il Dio sovrano della Bibbia avrebbe difficoltà ad attirare a Sè le proprie creature, 3) che i santi non abbiano ricevuto il dono della perseveranza, e pertanto dovrebbero disperare poichè in ogni momento, a causa del peccato, sono in pericolo di perdere la propria salvezza. Non credere nei cinque punti ha come risultato: non credere in un Dio autenticamente sovrano, ma al contrario in un Dio limitato dall'autonomia dell'uomo e da un universo dominato dal caso. Al contrario la dottrina della giustificazione ci comunica due felici certezzei: A) Dio da tutta l'eternità, prima della fondazione del mondo, a causa dei futuri meriti di Cristo, elesse a salvezza alcuni uomini predisponendo che essi al tempo opportuno ricevessero fede per pentirsi e convertirsi; B) Dio nell'eleggere gli uomini non tiene in conto alcun loro merito, neppure la "previsione" di una loro condotta virtuosa o la "non resistenza" all'azione dello Spirito Santo o la "fede" nell'evangelo.