La "Catena d'Oro" di William Perkins (1558-1602), illustrante l'ordine della Salvezza e della Riprovazione

William Perkins diede un grande contributo al movimento puritano, nonostante la brevità della propria vita.
Nacque a Warton nel Warwickshire e fu educato al Christ College di Cambridge. Sin dai primi anni mostrò abilità nello studio, ma la sua vita personale era quella di un peccatore, disordinata e ribelle a Dio.
In seguito alla propria conversione , divenne un esponente di spicco del calvinismo inglese, sviluppando una notevole attenzione per coloro che manifestavano problemi spirituali.
Nel 1578, divenne professore a Cambridge. Più tardi, dopo la sua ordinazione al ministero, assunse l'incarico di predicatore per i prigionieri della locale prigione di Cambridge.
Perkins divenne rettore di St. Andrew, Cambridge, carica che mantenne sino alla morte avvenuta nel 1602.
I suoi scritti vertono principalmente sul Credo Apostolico, sulla Preghiera del Signore, Galati 1-5, Matteo 5-7 ed Ebrei 11.
Scrisse a proposito di "casi di coscienza". Tali scritti, che ebbero un'ampia diffusione popolare, furono tradotti in latino, francese, olandese e spagnolo. In seguito vennero riuniti nell'opera in 3 volumi "The Works of W. Perkins" (1616-1618).
La cosidetta "Catena d'Oro" illustra la concezione puritana della salvezza e della riprovazione.
Perkins considera la fede il risultato della chiamata efficace di Dio, senza che sia in nessun modo chiamata in causa il cosidetto "libero arbitrio" dell'uomo peccatore.
La vera obbedienza è il risultato della santificazione e del ravvedimento. L'elemento più significativo della catena è che viene contemplata anche la possibilità della "conversione" di uomini solo nominalmente "religiosi"; infatti i puritani erano coscienti della possibilità di false conversioni, che pure potevano esprimersi con estremo religioso zelo. Tale situazione è però solo temporanea ed è frutto di un'attitudine malvagia.
Perkins segue l'ecclesiologia di Richard Baxter: non si è salvati solo perchè battezzati, o in possesso di credi o confessioni di fede. Solo la perseveranza nella fede, da parte del vero credente, nell'obbedienza e nella realizzazione delle buone opere, sono risultato e segno della vera conversione.

Nello schema, la linea rossa individua le fasi dell'esistenza dell'eletto; la linea nera le fasi dell'esistenza del reprobo; le linee caratterizzate da una C sono quelle che individuano le relazioni all'interno della Trinità; le linee caratterizzate da una A, sono quelle che illustrano come la fede in Cristo faccia in modo che i Suoi benefici vengano imputati al credente; le linee caratterizzate da una B, illustrano le tentazioni degli eletti e i relativi rimedi.

(autore: Domenico Iannone)