Il Protestantesimo anglosassone


La Chiesa di Inghilterra nacque ad opera di Enrico VIII, il quale con l'“Atto di Supremazia” il 3 novembre 1536 decise di porre termine alle ingerenze papali nella politica inglese, sottraendo gli inglesi all'obbedienza romana. Enrico VIII dopo avere perseguitato i luterani del proprio regno mettendoli a morte per eresia o costringendoli all'esilio. Va ricordato che nel 1521 aveva difeso il papato contro Lutero scrivendo una monografia in latino, l'Assertio septem sacramentorum contra Martinum Lutherum per la quale aveva ricevuto da papa Leone X il titolo di Defensor fidei, si era poi avvicinato allo stesso luteranesimo dopo che papa Paolo III aveva cominciato a mettere a punto il progetto di scatenargli contro gli eserciti di Carlo V e Francesco I. Enrico VIII aveva problemi con la successione regale: dei sei figli che Caterina d'Aragona gli aveva dato, solo Maria, nata nel 1516, sopravviveva e il desiderio di avere un erede maschio contribuì ad alimentare i dubbi di ordine teologico sulla validità del matrimonio con la vedova del proprio fratello maggiore deceduto (esso si era potuto celebrare solo con una dispensa di papa Giulio II). Wolsey lo convinse della necessità di ottenere il divorzio da Roma, ma papa Clemente VII (1527) non era dello stesso avviso. Caduto in disgrazia Wolsey, che non era riuscito nel frattempo a ottenere il divorzio, Enrico VIII su consiglio di Thomas Cranmer, più tardi arcivescovo di Canterbury, affidò il caso alle università di Cambridge, Oxford, Parigi, Orléans, Angers, Tolosa, Ferrara, Pavia e Padova (1530), dalle quali ottenne il parere desiderato. Il 23 maggio 1533 il suo matrimonio con Caterina fu dichiarato non valido dall'arcivescovo Cranmer e il matrimonio con Anna Bolena, celebrato privatamente il 25 gennaio 1533, fu subito dopo dichiarato legittimo. Poiché la decisione non fu riconosciuta dal papa, Enrico VIII ricorse all'«Atto di supremazia» (Act of Supremacy, 1534) che faceva del re il capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. A quel primo gesto di ostilità nei confronti di Roma fecero seguito altre misure come la proibizione di insegnare il diritto canonico e di usare il latino come lingua del culto, l'introduzione della Bibbia in lingua inglese. Dove ci furono resistenze, furono represse con processi e condanne capitali; le principali furono quelle dell'ex cancelliere Tommaso Moro_[1v\h5"035666"_[0v e del vescovo di Rochester, John Fisher. Nel 1536 e nel 1539 il Parlamento rese esecutivi gli statuti che sopprimevano i monasteri in Inghilterra e confiscavano tutte le loro proprietà. La Chiesa di Inghilterra enriciana non va però pensata come una sorta di chiesa ginevrina, certamente la Bibbia è considerata l'autorità suprema in materia di fede, insieme ai “Tre Simboli” (Apostolico, di Nicea, e di Atanasio), ma permangono in essa elementi cattolici evidentissimi: vengono conservati i sacramenti del battesimo degli infanti, la penitenza, l'eucarestia (dogma della transustanziazione), calendario liturgico e immagini (che però non potevano essere adorate), invocazioni ai santi, purgatorio, preghiere per i defunti (ma non le indulgenze), paramenti ecclesiatici, successione episcopale; inoltre Cranmer, riuscì a mantenere il re lontano dal papa avvicinandolo al luteranesimo solo appoggiando la sua politica matrimoniale (non diversamente da Lutero che aveva appoggiato la bigamia di Filippo d'Assia, giustificando ciò come un problema pratico e temporale). In seguito il re prese a difendere con forza la dottrina dei sette sacramenti cattolici (Bishop's Book). Risale a quest'epoca la decisione del re di collocare in ogni chiesa inglese una bibbia. Precedentemente a tale decisione era nota la Bibbia in inglese di John Wycliff (ed. del 1380). Wycliff (o Wycliffe), era un teologo di Oxford che tradusse il latino della Vulgata, poichè il Greco del NT e I’ebraico dell’AT erano a lui inaccessibili (Wycliff inventò tra l’altro anche le lenti bifocali, inoltre spese molti anni della propria vita scrivendo ed insegnando contro i dogmi della chiesa cattolica romana; 44 anni dopo la sua morte il Concilio di Costanza ordinò che le sue ossa fossero disseppellite bruciate e sparse sull’acqua!). La nuova traduzione detta “Great Bible” fu commissionata da Cranmer ad un discepolo di Tyndale, il Coverdale che la approntò a partire dalla Matthew's Bible, del Tyndale. L'edizione del Coverdale venne anche detta “Bibbia in catene”, poichè le copie erano saldamente assicurate al leggio per il tramite di una catena. Cranmer combinò anche il matrimonio tra Enrico VIII ed una principessa protestante tedesca, che fallì per l'antipatia che il re subito dopo la nozza cominciò a provare per la propria sposa. Nell'ultimo periodo del proprio regno Enrico VIII fece approvare i “VI Articoli” o Bloody Act (1539), che rimettevano in vigore il celibato dei preti, la confessione auricolare, le messe private, la transustanziazione, la comunione sotto una sola specie per i laici. Le persecuzioni contro i luterani ripresero e venne raccomandata la devozione della Madonna e dei santi 8revisione del Bishop's Book), mentre fu proibita la lettura privata della Bibbia (1546). Prima con il duca di Somerset, che estese la riforma di tipo luterno-melantoniano sequestrando beni ecclesiastici, ordinando l'assunzione della santa Cena sotto le due specie e abolendo i cosidetti “Sei Articoli”, e poi con il calvinista Eduardo VI (1547-1553 figlio legittimo di Enrico VIII, nato dal terzo matrimonio con Jane Seymour) la chiesa anglicana si dà un assetto protestante. I primi mutamenti alla dottrina della Santa Cena apparvero nel CommonBook (Libro della Preghiera Pubblica) una sorta di breviario e messale insieme redatto da Cranmer e reso obbligatorio dall’”Atto di Uniformità” (21 gennaio 1549). Con esso la messa era spogliata del proprio carattere sacrificale per divenire un servizio di lode e di rendimento di grazie. Ciò però non bastava a quei protestanti formatosi sul continente che intendevano rendere la chiesa inglese ancora più conforme ai principi biblici, lo stesso Calvino scrisse il 22 ottobre del 1548, al Lord Protettore Somerset consigliandogli di far mettere a punto una “summa” delle dottrine riformate, un catechismo di istruzione per i fanciulli e di vegliare affinché dissoluti e simili non si avvicinassero alla Cena del Signore. Solo le proteste dei cattolici fecero in modo che la riforma proseguisse, si decise allora di rivedere il Prayer Book (opera portata avanti da Bucero e Vermigli approvato dal Parlamento il 14 aprile del 1552 dopo la promulgazione avvenuta in marzo con un nuovo “Atto di Uniformità”), mentre alcuni vescovi tolsero di mezzo riti ed altari, sostituendoli con i “tavoli di comunione”.  Il nuovo “Prayer Book pur conservando il rituale tradizionale cattolico era nella sostanza riformato. Il Prayer Book era stato preceduto dall’Ordinal che toglieva qualsiasi dignità di sacrificatore ai sacerdoti (Leone XIII per tale motivo negò qualsiasi validità alle ordinazioni anglicane il 13 ottobre del 1896). Alla morte di Eduardo VI il regnò passo nelle mani della sorellastra Maria Tudor, la quale divenne moglie del fanatico figlio di Carlo V, Filippo II. Per tale motivo il Parlamento mitigò le misure contro i cattolici, ciò ebbe la conseguenza di far scoppiare persecuzioni contro i protestanti durante le quali lo stesso Cranmer perse la vita insieme a 277 altri. Il 18 novembre 1558 Maria Tudor moriva e le succedeva Elisabetta (figlia di Anna Bolena), la propria conversione al cattolicesimo fu fatta solo per salvare le apparenze tanto che nel giro di un anno demolì tutto quello che era stato edificato da Maria. Elisabetta era particolarmente ostile alla chiesa presbiteriana scozzese a causa del suo parlamentarismo, che non poteva non cozzare con l’assolutismo monarchico espresso dalla regina. La posizione anglicana si assestò attorno ai seguenti punti:

Successione Apostolica: La chiesa anglicana ha un sistema di vescovi e arcivescovi, che asseriscono di avere un’autorità che è simile a quella degli apostoli.

Estensione Canone Biblico: La chiesa anglicana è affine alla chiesa Greco-ortodossa nell’adozione dei libri apocrifi (tranne 3 e 4 Maccabei), anche se tali testi sono posti ad un livello inferiore rispetto a quelli canonici.

Estensione Numero dei Sacramenti: La chiesa anglicana ritiene che I due sacramenti più importanti siano: battesimo e Cena del Signore, ma credono che gli altri sacramenti ritenuti tali dalla chiesa cattolica: confermazione, ordine sacro, matrimonio, unzione dei malati, confessione, siano “sacramentali” ad un livello più basso dei due più importanti.

Valore conferito alla Storia della Chiesa Inglese: La chiesa anglicana accetta come storia della chiesa inglese anche quelle porzioni in cui essa era ancora cattolica.

Venerazione di Maria: La chiesa anglicana non pone molta enfasi sulla figura di Maria, sebbene venga considerate madre della chiesa.

Venerazione dei Santi: La chiesa anglicana eccetta l’esistenza dei santi, sebbene il processo di canonizzazione non sia presente. Sono rigettate le reliquie.

Confessione dei Peccati: La chiesa anglicana ritiene che sacerdoti/vescovi abbiano autorità da parte di Dio, di rimettere i peccati e dunque permette ai propri membri di confessarsi ai sacerdoti.

Ordine Sacro: La chiesa anglicana ha monaci e suore, sebbene ad essi non sia richiesto il celibato.

Il 600 fu caratterizzato da un grande fermento a livello religioso. Già con Elisabetta I (1558-1603) vi erano quanti credevano che la riforma della chiesa dovesse essere portata avanti allo scopo di purificarla dai “residui di papismo”. Da questa esigenza di “purificazione” nasce il nome di “puritano”. Tale movimento reclamava mutamenti nella liturgia, nella confessione di fede, nella disciplina e nel governo della chiesa. Verso la fine del 500, all’interno del movimento si forma un’ala che preme per una riforma della chiesa in senso nazionalista con una ecclesiologia di tipo “presbiteriano (calvinista), l’altra ala invece riteneva che una riforma seria potesse essere portata vanti solo abbandonando la chiesa anglicana per costituire delle chiese “libere” dalla tutela dello stato. Brownisti, Indipendenti e Separatisti erano termini utilizzati prima del 1620 per tali “puritani”. Il termine Brownista fu in seguito applicato più specificamente a quelli che seguivano gli insegnamenti di Robert Browne e di Robert Harrison (154?-1585?), costoro al radicalismo e all'antiritualismo di derivazione presbiteriana e dunque calvinista, aggiungevano, in opposizione ai gruppi riformati d'Inghilterra, di Scozia, del continente e dell'anglicanesimo, la separazione tra stato e chiesa e l'autonomia della chiesa locale. Già nel 1567 alcuni piccoli gruppi di cristiani si riunivano per pregare e leggere la Bibbia indipendentemente dai servizi religiosi della Chiesa Anglicana. La congregazione più conosciuta era quella di Plumber's Hall a Londra. Si stima che essa fosse composta da più di un centinaio di persone, molte di esse trovarono la strada della prigione.

Browne persuase Harrison a fondare una congregazione separatista a Norwich nel 1581. Nella città risiedevano molti olandesi di religione riformata che lavoravano nelle industrie locali, costoro sarebbero diventati membri di questa neo-chiesa. I puritani di Norwich inclini ad un sistema di tipo presbiteriano, cominciarono ad ostacolare la predicazione di Browne e la sua influenza sulle congregazioni anglicane locali. Browne prese a predicare a Bury St. Edmund, ma fu arrestato per ordine del vescovo di Norwich perchè non in possesso della necessaria autorizzazione scritta. Fu ancora una volta rilasciato a causa dei suoi influenti amici. Nel 1582 Browne pubblicò in Olanda il trattato “Treatise of Reformation without Tarrying for Anie”  (Riforma senza Aspettare Nessuno), in esso si affermava tra l'altro: “La Chiesa stabilita o riunita è una compagnia o numero di Cristiani o credenti, che a causa di un patto volontario fatto con il loro Dio, sono sotto il governo di Dio e di Cristo e osservano le sue leggi in una santa comunione”. Nell'agosto del 1582 Browne ed Harrison decisero di emigrare con tutta la propria congregazione a Middleburg, nello Zeeland (Olanda), quanti rimasero continuarono a tenere viva la comunità sino al 17° sec. A costoro si aggiunsero John Smith (m. 1612) e John Robinson (m.1622) che cercavano scampo alle persecuzioni di Giacomo I che si era dichiarato paladino dell'anglicanesimo. Mentre la maggioranza della congregazione propendeva per un governo della chiesa di tipo presbiteriano, molto diffuso in Olanda, la minoranza influenzata dai mennoniti, contrari tanto al pedobattismo quanto a qualsiasi rapporto di collaborazione con l’autorità civile (anche se cristiana e tollerante) e forse dall’anabattismo (anche se di questo movimento non vi è traccia del rifiuto del giuramento civico, del ricorso ai tribunali, della partecipazione alla vita politica, del servizio militare e dell’uso delle armi), finì per abbandonare la congregazione e trasferirsi a Leida. Robinson era tra costoro, furono i suoi discepoli a salpare da Plymouth alla volta del New England con la nave Mayflower nel settembre del 1620. Questi giunsero nel New England verso la fine di novembre dove fondarono New Plymouth. Essi sono conosciuti come i “Padri Pellegrini”, e stabilirono una chiesa dal governo congregazionale. Dal 1630 la presenza di chiese congregazionaliste nel New England, crebbe grazie all'emigrazione dei Puritani dalla natia Inghilterra. Molti di coloro che rimasero a Leida, finirono con il tornare in Inghilterra dove diedero origine al movimento battista. John Smith diede origine ad Amsterdam ai “General Baptist” di tendenze arminiane, mentre nel 1616 un certo Henry Jacob a Londra diede inizio al movimento dei Particolar Baptist, di tendenze calviniste. Dei due movimenti solo il secondo ebbe crescita e stabilità, mentre il primo a causa delle sue incertezze dottrinali finì con il subire dispersioni a causa di gruppi “radicali” quali i quaccheri e gli unitariani.

Le chiese battiste conobbero, come le altre chiese separatiste, una crescita notevole a partire dal 1640. La persecuzione dello Stato contro questi gruppi diminuì notevolmente. I puritani di schietta fede calvinista accusavano i battisti di essere pelagiani e anarchici (accuse solitamente rivolte agli anabattisti) a causa del battesimo degli adulti e per la loro organizzazione ecclesiastica. Anche per respingere tali accuse i battisti si videro costretti a pubblicare confessioni di fede, inoltre le confessioni permettevano di chiarire la dottrina battista differenziandola da quella quacchera con la credenza nella “luce interiore” che sembrava diminuire l’autorità della Scrittura e che specie tra i “general baptist” creava molta confucione. E del 1644 la “Prima Confessione di Fede Battista”. Nel 1647 il Parlamento concesse a questi battisti la tolleranza legale.

Il 3 settembre 1658 il Lord Protettore puritano Olivier Cromwell morì, e dopo una breve successione da parte del figlio Richard nel 1660 la monarchia nella persona di Carlo II fu restaurata. Nel 1658, dopo la morte di Cromwell (lo statista era congregazionalista), duecento rappresentanti di 120 chiese congregazionaliste si incontrarono al Savoy Palace e misero a punto la “Dichiarazione di Fede ed Ordine di Savoy”. La differenza maggiore tra la “Dichiarazione di Savoy” e la “Confessione di Westminster” sono i cap. 20 (Del Vangelo, e dell’Estensione della Grazia) e il cap.26 (Della Chiesa). Tra il 1661 e 1665 il Parlamento approvò una serie di provvedimenti che colpivano presbiteriani e dissidenti ivi compresi i battisti. Nel 1662 circa 2000 ministri puritani furono espulsi dalla chiesa anglicana a causa dell'Atto di Uniformità. Le persecuzioni continuarono sino al 1689, quando fu promulgato l'Atto di Tolleranza, che sospendeva le persecuzioni contro cattolici e dissidenti, ora questi ultimi potevano costruire luoghi di culto e registrare tali costruzioni come luoghi di preghiera. Il Parlamento resosi conto che con tale atto il re intendeva in realtà restaurare il cattolicesimo lo abolì. Fu in questo periodo che congregazionalisti, battisti e presbiteriani decisero di produrre una confessione comune: la “Seconda Confessione di fede Battista” del 1689. Essa si dichiarava d’accordo con i presbiteriani sulle grandi dottrine della fede, con i congregazionalisti sull’ecclesiologia e con entrambi sulla separazione tra stato e chiesa (anche se in disaccordo con entrambi sulla questione del battesimo che per i battisti può essere amministrato solo a membri adulti e per immersione, e la Cena del Signore in merito alla quale non è detto se ad essa possano avvicinarsi solo i credenti battezzati in acqua o meno).


(autore: Domenico Iannone)