Vita ed Opera di John Owen
di Domenico Iannone
Non ho bisogno di dirlo a voi che lo conosceste, che il suo grande disegno fu promuovere la santita` di vita e l'esercizio di essa fra voi, ma il suo grande rammarico fu che il potere di essa declino` fra i professanti. Fu sua preoccupazione e sforzo prevenire o curare la decadenza spirituale del suo stesso gregge: egli fu una luce bruciante e splendente, e per un poco voi gioiste nella sua luce. Ahime`! Fu solo per un poco; e tuttora possiamo gioire in essa.
David Clarkson, nel discorso funebre alla morte di John Owen
John Owen, che fu descritto da un contemporaneo come il “Calvino di Inghilterra”, nacque da genitori Puritani sembra a Stadham, un villaggio dell’Oxfordshire, probabilmente attorno al 1616. Ebbe tre fratelli e una sorella. Dopo avere frequentato una scuola di grammatica a Oxford, si immatricolò al Queen’s College di Oxford il 4 Novembre del 1631. Qui l’11 Giugno del 1632 si laureò in Lettere (B.A.) e il 27 Aprile 1635 conseguì il Dottorato (M.A.). Nel 1637 divenne cappellano ad Ascott nello Oxfordshire, essendo stato costretto a lasciare gli studi teologici universitari, non volendo sottostare agli statuti dell’arcivescovo Laud. Dopo varie altre peregrinazioni in qualità di cappellano, quando scoppiò la Guerra Civile nel 1642, si trasferì a Londra. A questo periodo dovrebbe essere fatta risalire la propria conversione, a quanto sembra in occasione di una predica portata da uno sconosciuto predicatore al St. Mary’s Aldemanbury, che aveva come soggetto il brano di Matteo 8:26. Nel marzo dello stesso anno pubblicò la sua prima opera, A Display of Arminianism (una critica dell’arminianismo) che riscosse un notevole successo e gli fornì i mezzi per accettare l’incarico di rettore di Fordham nell’Essex, dove giunse nel luglio del 1643. Lo stesso anno, sposò la sua prima moglie, Mary Rooke, che gli diede undici figli, anche se solo una bambina, raggiunse l’età adulta. Dopo la morte della sua prima moglie nel 1676. Owen si risposò diciotto mesi più tardi. Nel 1643 Owen era ancora un presbiteriano moderato. Alla morte del responsabile della chiesa di Fordham, Owen fu congedato, trovando asilo a St. Peter’s Coggeshall, dove divenne un convinto congregazionalista., dopo avere studiato in modo solitario, libri quali “The Keyes of the Kingdom of Heaven” di John Cotton.
Nel 1647 pubblica il proprio capolavoro “The Death of Death in the Death of Christ”, dopo sette anni di duro studio. In esso Owen, definiva la dottrina della espiazione limitata o particolare di Cristo. Tale scritto è considerato l’esposizione classica su tale argomento. Richard Baxter replicò a tale esposizione nel 1649, con un trattato dove proponeva la propria dottrina (un misto di calvinismo e arminianesimo), dal titolo “Aphorismes of Justificatio”, a cui Owen replicò nel 1656 con “Of the Death of Christ. The Price He Paid”.
Venne a contatto con quanti nell’Assemblea di Westminster, condividevano la sua stessa comprensione congregazionalista del governo della chiesa: Thomas Goodwin, Thomas Nye, William Bridge, Sidrach Simpson. La sua predicazione davanti al parlamento il 19 aprile del 1649 attirò l’attenzione di Oliver Cronwell, che lo invitò ad accompagnarlo in qualità di cappellano nella campagna contro i cattolici irlandesi. Divenne in tal modo consigliere di Cronwell in materia di questioni religiose. L’8 marzo 1650 divenne predicatore del Consiglio di Stato, e più tardi accompagnò Cronwell nella campagna contro la Scozia. Nel 1652 Owen fu nominato Decano della Chiesa di Cristo a Oxford. Nel 1652 fu nominato Vice Rettore dell’Università di Oxford, predicando al St. Mary’s Oxford ogni domenica alternandosi con Goodwin. Durate i suoi otto anni di incarico, stando alla testimonianza di John Locke, l’insegnamento universitario fu basato principalmente sulla filosofia di Aristotele. Insieme a Philip Nye denunciò l’operato del celebre astrologo, William Lilly (che ritornò alla ribalta nel 1666 perché si riteneva che per fare avverare la propria previsione dell’incendio di Londra fatta con 14 anni di anticipo, avesse dato fuoco alla città!). Scrisse Justitia Divina (1653), un esposizione della necessità dell’espiazione di Cristo al fine di permettere al Padre di perdonare il peccato; Communion with God (1657); Doctrine of the Saints' Perseverance (1654), una critica all’arminianesimo; Vindiciae Evangelicae, un trattato contro la dottrina sociniana, commissionatogli dal Concilio di Stato; On the Mortification of Sin in Believers (1656); Schism (1657); Of Temptation (1658), un richiamo alle autentiche radici del puritanesimo. Nel 1655 si fece responsabile della sicurezza della città (e della contea) di Oxford durante una sommossa monarchica, ponendosi alla testa di uno squadrone di cavalleria con spada e pistola. Durante il Commonwealth, Owen si preoccupò di trovare una collocazione per gli Indipendenti, fu tra gli estensori dei “Fundamentals of Religion” nel 1654 e nominato membro dei “Triers” un comitato che doveva pronunciarsi in merito ai requisiti dei candidati al ministero. Nel 1657 cadde in disgrazia agli occhi di Cromwell, firmando una petizione che gli rifiutava l’offerta della corona. Cronwell sembra si sia vendicato, non invitandolo alla propria cerimonia di investitura come Lord Protettore. Owen e Goodwin persuasero Cronwell nel 1658, a convocare per 12 ottobre una conferenza al Savoy Palace, allo scopo di mettere a punto una confessione di fede per le chiese congregazionaliste inglesi. La conferenza durò una dozzina di giorni e si concluse con la messa a punto della “Confessione di Savoy”, non diversa nella sostanza dalla “Confessione di Westminster” se non dove vengono trattate questioni di governo ecclesiastico. Alla morte di Oliver Cromwell il 3 settembre del 1658, Owen aveva aderito al partito della Wallingford House, e pur non prendendo parte alla deposizione di Richard Cromwell, caldeggiò l’idea di una semplice repubblica che prendesse il posto del protettorato. Assistette alla restaurazione del Rump Parlamento. Quando George Monck (emissario di Carlo II) iniziò la propria marcia in Inghilterra, Owen gli scrisse a nome della chiesa indipendente (alla quale si supponeva Monck appartenesse) per dissuaderlo rispetto all’impresa. Nel marzo del 1660, il partito presbiteriano cadde in disgrazia, Owen fu privato del proprio decanato all’università di Oxford, che venne dato a Reynolds. Owen si ritirò nella proprietà di Stadham, dove scrisse opere controversistiche e teologiche, quali Theologoumena Pantodapa, una storia del sorgere e del progresso della teologia. L’opera teologica e politica di Owen fece si che egli godesse di rispetto e libertà, cose negate ad altri non conformisti. Nel 1661 il monaco francescano John Vincent Cane, pubblicò Fiat Lux, un’opera nella quale la bellezza ed unicità del cattolicesimo romano erano esaltate a detrimento della confusione del protestantesimo. Clarendon chiese ad Owen di replicare allo scritto e nel 1662 venne dato alle stampe l’ Animadversions; il cui successo fu tale che ad Owen venne offerta una importante carica ecclesiastica se si fosse conformato. Grazie alle sue conoscenze politiche potè aiutare il recluso John Bunyan, ottenendone il rilascio. L’Atto contro le Conventicole del 1664, che proibiva le associazioni dei non conformisti, stabilendo che più di 5 persone non potevano riunirsi per motivi religiosi senza il consenso della chiesa anglicana, e l’Atto delle Cinque Miglie del 1665, che proibiva ai membri del clero allontanati da una parrocchia di potere vivere nelle 5 miglia (8 Km) da essa a meno di non giurare sottomissione al re e alla chiesa anglicana, lo costrinsero a risiedere a Londra; nel 1666, dopo l’incendio di Londra, come fecero altri non conformisti, creò un luogo di culto dove si incontravano ufficiali del passato Commonwealth. Nel 1667 pubblicò il proprio Catechism, che doveva essere una base per un accordo con le varie anime dissidenti (almeno questa era l’intenzione di Baxter, anche se a causa delle asperità di carattere di quest’ultimo il tutto fallì). In questo periodo pubblica la prima parte del “Commentario all’Epistola Agli Ebrei”, la Practical Exposition upon Psalm 130 (1668), Indwelling Sin. Nel 1669 Owen scrisse una rimostranza contro i Congregazionalisti del New England, che sotto l’influenza dei presbiteriani avevano assunto atteggiamenti persecutori nei confronti di quanti non condividevano il proprio orientamento di governo ecclesiastico. Nel 1670 Ecclesiastical Polity di Samuel Parker, attaccò i non conformisti con notevole intransigenza, Owen replicò con Truth and Innocence Vindicated , scritto al quale Parker replicò in modo offensivo. Andrew Marvell rispose satiricamente a Parker in The Rehearsal Transposed. Owen pubblicò anche trattati On the Trinity (1669), e Christian Love and Peace (1672).
Nel 1670 Owen protestò presso la Camera dei Lords per una riviviscenza dell’Atto contro le Conventicole. Lo Harvard College invitò Owen a divenirne presidente e lo stesso fecero altre univesità olandesi. Quando Carlo II promulgò la Dichiarazione di Indulgenza nel 1672, Owen fu uno di quelli che insieme a Presbiteriani e Indipendenti cominciò a tenere conferenze settimanali al Princes'Hall in Broad Street. Owen ra rispettato dalla nobiltà, va infatti ricordato che il congregazionalismo era ritenuta la religione dei poveri, e durante il 1674 Carlo II e suo fratello Giacomo lo rassicurarono in merito alla propria attitudine non ostile nei confronti dei dissenzienti, donandogli 1000 guinee allo scopo di aiutare coloro che erano caduti in disgrazia a causa dei vari Atti di uniformità. Nel 1674 Owen fu attaccato da William Sherlock, Decano di St Paul, e sino al 1680 fu impegnato nel ministero della predicazione e nella pubblicazione di trattati: On Apostasy (1676), un resoconto degli avvenimenti occorsi durante il periodo della Restaurazione; On the Holy Spirit (1677-1678), The Doctrine of Justification (1677). L’11 Maggio Stillingfleet predicò “The Mischief of Separation", e Owen dovette difendere I nonconformisti dall’accusa di essee degli scismatici nel Brief Vindication. Anche R. Baxter e Howe risposero a Stillingfleet, che replicò con The Unreasonableness of Separation. Owen replicò ancora dopodichè abbandonò la polemica. Il più importante lavoro del periodo fu “Treatise on Evangelical Churches”, in cui espose la sua comprensione del governo della chiesa. Per qualche tempo soffrì di asma e calcoli biliari e morì ad Ealing il 24 Agosto del 1683. Fu sepolto a Bunhill Fields, a Londra, il 4 settembre del medesimo anno. Il suo epitaffio recita:
“John Owen, nato in Oxfordshire, figlio di un eminente teologo, fu egli stesso un teologo ancor piu` eminente, che va considerato fra i maggiori di quest’epoca. Dotato in misura non comune di riconosciute risorse di cultura umanistica, egli le mise tutte, come una ben ordinata fila di attendenti, al servizio della teologia. che egli stesso servi`. La sua teologia era polemica, pratica e, quel che si dice, casuistica e non si puo` dire di alcuna di queste che fosse peculiarmente sua piu` di un’altra. In teologia polemica, con una forza piu` che erculea, egli strangolo` tre serpenti velenosi: l’Arminiano, il Sociniano e il Romano.
In teologia pratica, egli dispiego` prima di altri l’intera attivita` dello Spirito Santo, di cui egli aveva prima fatto esperienza nel suo stesso cuore, secondo la regola della Parola. E, lasciando da parte altre cose, egli coltivo` e realizzo` in pratica la beata comunione con Dio di cui scrisse: un viaggiatore sulla terra che comprese Dio come uno in Cielo. In etica, egli era considerato un oracolo da consultare su ogni questione complessa. Uno scriba in tutto istruito per il regno di Dio, questa pura lampada della verita` evangelica splendette su molti in privato, su un maggior numero dal pulpito, e su tutti nelle sue opere stampate, dirigendo tutti verso la stessa meta. E in questo risplendere, gradatamente, come lui stesso e altri riconobbero, egli dissipo` la sua forza finche` fu esaurita. La sua anima santa, desiderando ardentemente di godere maggiormente Dio, lascio` le devastate rovine del suo corpo, un tempo bello, colmo di permanenti debolezze; attaccato da frequenti malattie; sfinito soprattutto dal duro lavoro e non piu` adeguato per servire Dio, in un giorno reso per molti terribile dai poteri terreni, ma reso ora per lui felice attraverso il potere di Dio, il 25 Agosto 1683. Aveva 67 anni.”
La sua passione trainante fu promuovere la santità e l’unità fra i credenti. Egli ebbe a dichiarare: “Spero di poter ammettere sinceramente che il desiderio del mio cuore per Dio e il principale disegno della mia vita, nella posizione in cui la buona provvidenza di Dio mi ha messo, sono che la mortificazione e la santità universale possano essere accresciute sia nel mio, che nei cuori e comportamenti degli altri, a gloria di Dio e perchè il Vangelo del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo possa essere così completamente adornato.3
Owen scrisse in uno stile latineggiante, e difficile da leggere. J. I. Packer. uno studioso dei Puritani (in special modo di Owen), riconosce questa situazione e offre una promettente soluzione:
Lo stile di Owen è spesso stigmatizzato come ingombrante e tortuoso. Per la verità è uno stile parlato latinizzato, fluente ma sontuoso e copioso, all’elaborata maniera Ciceroniana. Quando la prosa di Owen è letta ad alta voce come retorica didattica (che, dopotutto, è ciò che è) le inversioni verbali, gli spostamenti, gli arcaismi e i nuovi conii, che infastidiscono i lettori moderni, smettono di offuscare e offendere. Coloro che pensano mentre leggono, trovano la profusione di Owen suggestiva e la sua opulenza impregnante.4
Riguardo a Owen, Spurgeon commento`: Egli [Owen] richiede duro studio e nessuno di noi dovrebbe risentirsene.5
1 J. I. Packer, A Quest for Godliness (Wheaton, IL: Crossway, 1997), 191.
2 Packer, A Quest for Godliness, 192; see also William S. Barker, Puritan Profiles: 54 Contemporaries of the Westminster Assembly (Ross-shire, Scotland: Mentor, 1996), 295-300; esp. Sinclair B. Ferguson, John Owen on the Christian Life (Edinburgh: Banner of Truth, 1987); James Moffatt, ed. The Golden Book of John Owen (London: 1904); Peter Toon, God’s Statesman: The Life and Work of John Owen, Pastor, Educator, and Theologian (Grand Rapids: Zondervan, 1971); I. Breward, “Puritan Theology,” in New Dictionary of Theology, ed. Sinclair B. Ferguson, David F. Wright, and J. I. Packer (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1988), 550-53.
3 John Owen, The Works of John Owen: Of the Mortification of Sin in Believers, ed. William H. Goold (Edinburgh: Banner of Truth, 1967), VI:4. In seguito, si fara' riferimento alle opere di Owen col volume, p.es., V I, seguito dal numero della pagina, p.es., 4.
4 Packer, Quest for Godliness, 194.
5 C. H. Spurgeon, Commenting and Commentaries (London: Banner of Truth, 1969), 103; come trovato in Packer, A Quest for Godliness, 194.