Il Millennio
Nella Scrittura non è posta alcun tipo di differenza tra il tempo e l'eternità; l'eternità (aiwn e mlwx) è sempre intesa come "tempo senza fine", ciò che noi chiamiamo "tempo" è solo una frazione limitata da Dio, dell'infinità temporale dell'eternità.
L'AT conosce solo la nozione lineare del tempo. Tanto la storia universale, quanto quella della salvezza, posseggono un pricipio (la creazione) e un fine (telo$). Al contrario il pensiero greco concepisce il tempo in modo circolare, il progresso temporale è apparente poichè in realtà tutto ritorna, non vi è in realtà un inizio e una fine della storia; pertanto il campo d'azione di Dio (più precisamente del Demiurgo) non può essere considerato la storia, ma è circoscritto al destino dei singoli. L'uomo greco per soddisfare il proprio bisogno di salvezza è costretto a ricorrere ad una mistica atemporale (le pratiche misteriche ne sono un esempio).
Il carattere temporale del messaggio biblico, appare chiaramente nel fatto che Dio ha operato attraverso le particolari vicende storiche del popolo di Israele e che il Cristo si è incarnato divenendo un uomo con caratteristiche etniche e sociali determinate. Gli stessi libri "apocalittici" quali quelli di Daniele ed Ezechiele, ivi compreso l'Apocalisse nel NT, descrivono gli avvenimenti della fine del mondo in una progressione rigorosamente temporale.
Il pensiero giudaico colloca gli avvenimenti della storia della salvezza, lungo una linea temporale su cui è operata una duplice distinzione: da una parte l'età presente, caratterizzata dal peccato della caduta, dall'altra l'età avvenire inaugurata dall'apparizione dell'inviato di Dio, il Messia.
Il NT riprende dal giudaismo la nozione lineare del tempo, solo non la intende più in modo binario: l'evento centrale della linea temporale è costituito dalla venuta del Messia, Gesù Cristo, solo che questo evento non inaugura l'età avvenire, ma piuttosto il tempo della Chiesa, che verrà concluso dalla seconda venuta di Cristo. Alla Parousia farebbe seguito il Millennio, e soltanto alla fine di questo ulteriore periodo, comincerebbe quella che i giudei definivano "età avvenire".
La concezione lineare del tempo biblico, permette anche una corretta comprensione delle relazioni tra AT e NT: L'AT anticipa e prepara il NT, mentre il NT completa e chiarisce l'AT. In virtù di tale articolazione è da rigettare il metodo "allegorico", che proprio tale articolazione "temporale" tende ad annullare.
Il Millennio (Apocalisse 20:4-10), è un argomento che si presta a chiarire il modo tipicamente giudaico-cristiano di intendere la temporalità: esso è un periodo di regno terreno della giustizia, dalla durata di mille anni, destinato all'evangelizzazione del mondo. Durante tale periodo:
1) Satana è legato per impedirgli di sedurre le nazioni
(Ap. 20:1-3);
2) Quelli che hanno preso parte alla prima risurrezione
regnano con il Signore (Ap.20:4,6; 2:26-27; Dan.7:27);
3) Il regno dura mille anni (affermato 6 volte in Ap.20:2-7);
4) Pace, giustizia ed eguaglianza regneranno (Is. 2:2-4;
11:1-9);
5) I sudditi del Regno godono di longevità e prosperità
(Is. 65:18-25);
6) Il Signore regna con una verga di ferro (Ap.12:5; 19:15),
il peccatore muore colpito da maledizione (Is. 11:4; 65:20);
7) Gli ebrei diventano un popolo missionario (Is: 66:16-20,
va tra l'altro notato che in questo brano sono sinetizzati eventi escatologici
differenti: Armagheddon e il Millennio).
Alla fine del Millennio Satane è "slegato" per sedurre
un'ultima volta le nazioni (Gog e Magog). A ciò farà seguito il
Giudizio Finale e i nuovi cieli e la nuova terra.
Non tutti gli studiosi concordano sulla letteralità
di tale periodo, pertanto si distinguono tre diverse interpretazioni:
A) Amillenarismo.
Tale tipologia interpretativa è orientata ad una lettura "mitologica" della temporalità biblica. Passato, e futuro, subiscono una compressione ed un azzeramento, ne risulta un'indebita dilatazione della rilevanza del "presente" della salvezza.
L'amillenarismo fu l'interpretazione tipica
del Medioevo, ampiamente diffusa da Agostino di Ippona (che l'aveva a sua volta
ricevuta dal donatista Ticonio), in opposizione al premillenarismo da lui considerato
di natura troppo materialista. Afferma che essendo l'Apocalisse uno scritto
dove abbonda il simbolismo, il millennio non va inteso come un periodo futuro
e letterale di mille anni; esso rappresenterebbe simbolicamente il periodo compreso
tra la prima venuta di Cristo e la parousia.
L'umanità intera starebbe attualmente godendo di un periodo di benedizione,
grazie alla predicazione dell'evangelo. Il regno millenario si identificherebbe
in tal modo con l'azione del Cristo per il tramite della Chiesa.
I riformatori adottarono una forma modificata di questa interpretazione.
Essi ritenevano che il millennio fosse da intendere letteralmente, come un periodo
di mille anni, appartenente però al passato della chiesa, alla fine del
quale sarebbe sorto il papato (corrispondente alla liberazione di Satana in
Apoc. 20:7).
La dottrina del secondo Avvento e del Millennio sono l'oggetto
dell'Art. XVII della Confessione Augustana. Il Millennio come un futuro, letterale
periodo di mille anni, è rigettato; ciò è tipico della
teologia riformata, se si eccettuano gli Anabattisti e diversi luterani ortodossi
specie della scuola di Bengel. Anche il "Catechismo di Heidelberg"
(questione 52), e la "Confessione Belgica" (articolo 37), sono sulla
stessa linea. Nella Seconda Confessione Elvetica (capitolo 9) è affermato:
"E dal cielo il medesimo Cristo tornerà per giudicare, quando la
malvagità raggiungerà nel mondo la sua punta massima, e quando
l'anticristo, avendo corrotto la vera religione, riempirà ogni cosa con
superstizioni ed empietà e crudelmente devasterà la chiesa con
fiamme e versamenti di sangue (Dan. 11). Ma Cristo tornerà ancora a reclamare
quanto gli appartiene, e alla sua venuta distruggerà l'anticristo, e
giudicherà i vivi e i morti (Atti 17:31). Poichè i morti risorgeranno
ancora (1 Tess. 4:14), e quelli che in quel giorno (che è sconosciuto
a tutte le creature [Marco 13:32]) saranno trovati in vita, saranno mutati "in
un batter d'occhio," e tutti gli eletti, saranno rapiti ad incontrare Cristo
nell'aria, così che potranno entrare con Lui nei luoghi benedetti per
vivervi per sempre (1 Cor. 15:51). Ma gli increduli e i malvagi scenderanno
con i diavoli all'inferno, per bruciarvi per sempre senza mai potersi redimere
dai tormenti (Matt. 25:46). (...) Inoltre condanniamo i sogni giudaici che affermano
vi sarà un'età d'oro sulla terra prima del giorno del giudizio,
e che i pii, avendo sottomessi tutti nemici di Dio, possederanno tutti i regni
della terra. Poichè la verità evangelica in Matt. 24 e 25, Luca
18, e l'insegnamento apostolico in 2 Tess. 2, e 2 Tim. 3 e 4, presentano qualcosa
di abbastanza differente."
La dottrina è riguardata dai teologi riformati come una questione aperta.
La concezione millenarista, non esclude che alla fine del millennio "simbolico",
avverrà l'apparizione dell'anticristo, a cui seguirà il ritorno
di Cristo, nè che lo stesso millennio sarà caratterizzato da persecuzioni
e tribolazioni per la chiesa.
B) Post-Millenarismo.
Questa alternativa all'amillenarismo agostiniano si diffuse a partire dal XII° sec. sulla scia delle idee di Gioacchino da Fiore. Afferma che prima della fine della storia vi sarà un'età dello Spirito, un periodo di prosperità e pace per la chiesa sulla terra, il millennio. Tale periodo sarà determinato da un intervento "non-corporeo" di Cristo, che però tornerà in modo visibile solo alla fine del Millennio. Alcuni riformatori (Thomas Brightman 1562-1607) influenzati da Gioacchino, videro nel successo della riforma l'inizio del Millennio. Il XVIII° sec. vide la diffusione di tale interpretazione che si prestava bene a dare propulsione al pensiero missionario. Ma nel XIX° sec. il post-millenarismo con la sua fede nel progresso del vangelo, finì con il confondersi con la fede liberale nel progresso umano, identificando il Regno di Dio con la morale della classe borghese.
C) Pre-millenarismo o Chiliasmo.
Afferma che l'Apocalisse essendo un testo profetico è tutt'altro che "simbolica". La profezia veterotestamentaria appare essere sempre adempiuta in modo letterale (il sorgere e la caduta degli imperi Medo-Persiano e Greco, la caduta di Tiro, le varie distruzioni e ricostruzioni del Tempio, gli eventi caratterizzanti la persona e l'opera del Cristo ect.), pertanto anche il millenio va inteso come un letterale periodo di mille anni, preceduto dal ritorno di Cristo. Alcuni premillennaristi hanno tentato di mostrare che il premillennarismo fu la "visione pervasiva dei primi padri ortodossi" (House and Ice, Dominion Theology, p.202). Ma molti studiosi hanno dimostrato che tale affermazione è falsa, inclusi Boyd, D.H. Kromminga, Ned Stonehouse, W.G.T. Shedd, Louis Berkhof, and Philip Schaffaer. Secondo Boyd, il meglio che può essere detto dei primi padri della chiesa è che essi erano "tendenzialmente amillennaristi" (cf. Bahnsen and Gentry, p. 239). Giustino Martire (100-165), Ireneo , Papia (60-130), Lattanzio (240-320), Vittorino di Pettau (morto 304), pur essendo premillenaristi, ammettevano che vi erano molti altri cristiani che erano ortodossi ma non premillenaristi. Il Dr. Charles Ryrie del Dallas Theological Seminary ha scritto, "Il Premillennarismo è la fede storica della Chiesa." In replica, Alan Patrick Boyd, uno studioso a Dallas, argomenta nella sua Tesi di Dottorato: "La conclusione di questa Tesi è che l'affermazione del Dr. Ryrie è storicamente errata all'interno del periodo da lui scelto [l'età apostolica sino a Giustino Martire]." (citato da Bahnsen and Gentry, p. 235).
Il premillenarismo protestante si diffuse attorno al XVII° sec. specie sotto l'influenza di Joseph Mede (1586-1638). Sperimentò una notevole riviviscenza in Inghilterra nel 1820.