FILIPPO MELANTONE, VIA E PENSIERO
Filippo Melantone (Bretten, Basso Palatinato 1497 - Wittenberg 1560), riformatore tedesco. Nato Philipp Schwarzert, studiò alle università di Heidelberg e Tubinga. Entrato a Heidelberg all'età di dodici anni, mutò il suo cognome, su consiglio dello zio, l'umanista ed ebraista tedesco Johann Reuchlin, in Melantone (greco, "terra nera"), quella di cambiare nome era infatti una sorta di usanza diffusasi negli ambienti umanistici. Già all'età di 17 anni fu ammirato da Erasmo per le sue non comuni doti di umanista. Grazie allo zio fu eletto professore di greco ed ebraico all'università di Wittenberg (1518), attirando con la prolusione inaugurale l'interesse di Martin Lutero, che lo indusse a intraprendere lo studio della teologia; conseguì il baccalaureato in quella materia l'anno seguente. Fu Melantone che nel dicembre del 1520 chiamò gli studenti dell’Università di Wittenberg ad assistere al falò in cui bruciavano i libri delle decretali del papa e i libri di testo di teologia scolastica, e, nella stessa occasione, Lutero gettava nel falò anche una copia della bolla Exsurge Domine, rendendo in tal modo pubblica la sua rottura con Roma. Nel 1521 Melantone pubblicava la prima edizione dei Loci communes rerum theologicarum che contribuirono a conferire vigore argomentativo e sottigliezza logica alla Riforma.
Melantone e le vicende del movimento riformato
A seguito del finto rapimento di Lutero e del suo confino nel castello di Wartburg,Melantone lo sostituì come capo della Riforma a Wittenberg. Melantone era più uno studioso che un uomo di azione e,per tale motivo, fu molto arrendevole nei confronti delle riforme intraprese da Carlostadio (1480-1541) a Wittemberg e delle richieste dei cosidetti "profeti di Zwickau". Costoro desideravano l'abolizione delle pratiche liturgiche cattoliche e predicavano che il battesimo degli infanti era cosa non biblica; inoltre, i profeti dichiaravano di possedere diretta rivelazione da parte di Dio. Il ritorno di Lutero a Wittemberg dimostrò l'incapacità di Melantone di essere la forte guida che la circostanza richiedeva. Nel 1526 divenne professore di teologia e fu incaricato con altri di redigere le Costituzioni delle Chiese riformate tedesche.
Melantone esercitò una forte influenza ai colloqui di Marburg, dove si cercava, con i riformatori svizzeri, l'accordo in merito alla presenza reale del corpo del Signore nell'Eucarestia. Egli ebbe modo di esporre una posizione conciliatrice allo stesso Zwingli, posizione alla fine resa vana dalll'ostinazione di Lutero. Rappresentando la Riforma alla Dieta di Augusta nel 1530, Melantone presentò la Confessione di Augusta ,composta da 21 articoli di fede scritti con l'aiuto di Lutero.Tali articoli erano tanto concilianti da sorprendere perfino i cattolici, in quella occasione, presenti alla Dieta imperiale. Lutero era essenzialmente soddisfatto della Confessione Augustana, anche se notava che lo spirito conciliante di Melantone aveva omesso di menzionare il rifiuto luterano di dottrine quali quelle del purgatorio, della venerazione dei santi, e soprattutto la convinzione che il papa fosse null'altro che un Anticristo. L'anno seguente Melantone pubblicò l'Apologia, in cui difendeva la Confessione, e nel 1540 i Variata, in cui modificava la Confessione generalizzandone principi specifici. Tali scritti erano intesi a controbattere alle critiche cattoliche relative alla giustificazione per sola fede, dando maggiore rilievo al concetto di "giustizia imputata", cioè all’attribuzione divina della giustizia ricevuta per il tramite della fede. Desideroso di raggiungere l'armonia tra riformati e cattolici, o almeno di unire le fazioni riformate, anche se la sua opera era oggetto di perplessità dai luterani più convinti, cercò di sanare la profonda divisione con i cattolici per evitare la guerra civile. In un quadro complessivo di tolleranza confessionale, riteneva le cerimonie cattoliche, all'interno del contesto delle pratiche religiose riformate, come adiàphora (greco, "cose indifferenti"), cioè fatti senza grande rilevanza e perciò accettabili. Nel 1537 Melantone riuscì a fare introdurre tra gli Articoli di Smalcalda, chiesti dall'Elettore di Sassonia a Lutero e destinati ad essere mandati al Concilio come promemoria, la clausola che se il Papa avesse concesso libertà di proclamazione dell'Evangelo, i luterani gli avrebbero riconosciuto superiorità sui vescovi. Alla fine del 1539 insieme a Lutero e a Bucero diede segretamente l’approvazione ad un secondo matrimonio bigamo al langravio Filippo di Hesse. Secondo Lutero gli esempi di poligamia dell’AT potevano motivare una dispensa individuale, ma quando la bigamia di Filippo fu scoperta, si verificò un grosso scandalo, al punto che Filippo dovette chiedere perdono a Carlo V e non potè più far valere la propria influenza a pro del partito protestante. Le doti ireniche di Melantone si dimostrarono ancora ai colloqui di Regensburg (1541) dove insieme a Bucero e a rappresentanti cattolici come John Eck e Gaspare Contarini, venne raggiunto un accordo sulla dottrina della giustificazione, senza però riuscire a far accettare alle parti rappresentate tali conclusioni. Dopo la morte di Lutero nel 1546 assunse la guida del luteranesimo, ma compromise il proprio prestigio quando dopo la disfatta di Muhlberg sull'Elba che concluse la guerra della Lega di Smalcalda, accettò l'Interim, con il quale Carlo V regolava la questione religiosa in Germania nell'attesa della conclusione del Concilio di Trento; con esso si ritornava alle dottrine cattoliche della giustificazione, dei sacramenti, della costituzione dei poteri e della disciplina della chiesa e si concedeva ai protestanti solo la comunione sotto le due specie e il matrimonio del clero. La risposta di Melantone e dei suoi discepoli è nota come Interim di Lipsia, in cui, con formule penosamente macchinose si cercava una mediazione con il cattolicesimo moltiplicando gli "adiafhora" Si cercava di conciliare il pensiero cattolico con quello protestante a proposito di dottrine come la preghiera per i morti, l'uso delle immagini, il digiuno, il significato e il modo di amministrare i sacramenti, il rapporto tra fede e d opere etc. Tale esasperato "ecumenismo" costrinse Melantone per il resto della propria vita ad una serie di conflitti, con Andrea Osiander sulla questione della giustificazione, con Nicolas von Amsdorf sulla predestinazione e con un vasto gruppo di luterani sulla Cena del Signore. Melantone, in merito alla questione della Cena del Signore, attingeva a piene mani da Calvino, mentre, per quanto conceneva la predestinazione e la questione del libero arbitrio, era molto più vicino ad Erasmo.
(autore: Domenico Iannone)