Jan Hus nacque a Husinec, presso Prachatice nella Boemia meridionale nel
1372 ca. Egli tentò di rinnovare la Chiesa, anticipando la Riforma protestante,
per tale motivo è considerato un rappresentante della cosidetta pre-Riforma o prima Riforma
insieme all'inglese John
Wycliff. Studiò a partire dal
1390 all'università di Praga, dove in quel periodo era viva la disputa a
proposito degli universali: si confrontavano i tedeschi che erano nominalisti e i boemi che invece erano realisti. Durante i suoi studi Hus venne in contatto con
il pensiero di Jan
Milìc da Kromeriz, costui riteneva
urgente un rinnovamento della chiesa cattolica per il tramite di un ritorno al
messaggio apostolico e la fede nell'avvento del Regno promesso dal Cristo. La
chiesa doveva essere povera e praticare con frequenza la Cena del Signore. In
una fase iniziale del proprio pensiero, aveva giudicato anticristo l'imperatore
un Anticristo, per poi identificare quest’ultimo con il "cristianesimo
moralmente corrotto". Tali fermenti di rinnovamento raggiunsero ben presto
il popolo, che aderì ad essi anche a causa della generale insoddisfazione nei
confronti dei costumi del clero e della gestione amministrativa del papato. I
papi avignonesi avevano sviluppato un apparato fiscale fortemente
centralizzato, che attingeva le proprie risorse dalle rendite fondiarie che in
Boemia, costituivano circa un terzo del patrimonio fondiario complessivo. La
richiesta di Milic vennero ovviamente respinte dalla Curia. Mattia da Janov (morto nel 1393) con le sue opere di teologia
biblica e Tommaso
da Stìtné con il massiccio
utilizzo della lingua ceca nei suoi scritti di edificazione, proseguirono
l'opera di Milic. Hus, dopo avere conseguito il dottorato, divenne lettore di
teologia all’università di Praga e nel 1401 fu nominato decano della facoltà di
filosofia e ordinato sacerdote. L'anno seguente assunse l'incarico di
predicatore della chiesa di San Michele, soprannominata "La Cappella di Betlemme". Fondata da alcuni eredi spirituali di Milìc era
stata finanziata da borghesi interessati alla vita universitaria, i quali
ritenevano fosse necessario che a Praga esistesse un luogo dove il Vangelo
venisse annunciato nella lingua del popolo. La cappella con il tempo, fu
ampliata per ospitarvi studenti universitari, e non godè di alcun privilegio
economico ecclesiastico. Hus tenne sermoni in lingua ceca, anzichè in latino, e
venne coinvolto nel movimento nazionalista e riformista ceco. Il pubblico che
assisteva alle sue prediche diventava di giorno in giorno più numeroso:
borghesi, artigiani e nobili, ma anche spie mandate dai nemici del riformatore.
Hus assunse inizialmente una posizione neutrale verso il clero corrotto e i
suoi abusi, preferendo avviare il popolo alla conoscenza delle Sacre Scritture.
L'influenza del pensiero di John Wycliff.
Hus comprese il valore delle Sacre Scritture dopo
essere venuto in contatto con gli scritti del riformatore inglese, John
Wycliff, l'insegnante oxfordiano soprannominato doctor
evangelicus. In Inghilterra il programma wycliffiano di rinnovamento della
chiesa era sostanzialmente fallito, nonostante i suoi seguaci, detti lollardi (dall'olandese lollaerd,
significante "che prega a bassa voce"), predicassero ancora il suo messaggio.
In buona sostanza, Wycliff asseriva che il papato e la gerarchia ecclesiastica
fossero l'Anticristo, a causa della loro immoralità, e riteneva che spettasse
alle autorità civili opporsi all'eccessiva circolazione delle tassazioni papali,
all'autoritarismo e alle pratiche sacramentali cattoliche che spesso sconfinavano
nella magia. Wycliff in breve invocava una riforma "dall'alto", ossia
portata avanti con l’aiuto delle autorità civili; al contrario, Mìlic e
compagni credevano in una riforma "dal basso", in cui il popolo
avrebbe dovuto guidare il proprio riscatto dall’oppressione papale.
Gli attacchi degli oppositori .
Nel 1408 l'arcivescovo di Praga ricevette rimostranze
a causa di alcuni sermoni di Hus, al quale fu di conseguenza proibito
esercitare le funzioni sacerdotali nella diocesi. Inoltre, un sinodo
arcivescovile vietava qualsiasi critica al clero, pronunziata dal pulpito, e il
canto di inni in lingua cèca (ad eccezione di quattro inni tradizionali). Hus
cercò di uniformarsi alle decisioni del sinodo consegnando alcuni manoscritti wycliffiani,
ma non modificò il contenuto della propria predicazione. Nel frattempo, d’accordo
con alcuni prelati praghesi, il sassone Ludolf Meistermann si recò nel 1408
presso la Curia romana per denunciare i predicatori boemi che usavano gli
argomenti teologici dell'eretico Wycliff. L'anno seguente, papa Alessandro
V
pubblicò una bolla che condannava gli insegnamenti di Wycliff e ordinava di
bruciarne i libri, pena la scomunica; anche se il nome di Hus non veniva fatto
esplicitamente la bolla era chiaramente diretta a lui. Il 25 giugno del 1410 Hus
rendeva pubblico il suo desiderio di appellarsi contro la decisione papale (nel
frattempo era morto Alessandro V e gli era succeduto Baldassare Cossa, con il
nome di Giovanni XXIII). Re Venceslao di Boemia lo prese sotto la propria
protezione; tale appoggio era determinato dal desiderio di divenire imperatore di
un paese di eretici. Hus potè continuare a predicare anche dopo che
l'arcivescovo ebbe lanciato, nel 1412, l'interdizione contro la città di
Praga. Tuttavia, l'anno seguente molti dei suoi influenti sostenitori persero
potere, e Hus fu costretto ad abbandonare Praga, trovando rifugio nei castelli
di taluni nobili che lo appoggiavano. In questo periodo scrisse la sua opera
principale, il De Ecclesia (1413).
L'affare delle indulgenze.
Nel frattempo il papa Giovanni
XXIII,
decise di dichiarare guerra a Ladislao re di Napoli, che aveva deciso di appoggiare
il rivale papa Gregorio XII (durante lo scisma d'occidente, ben tre papi si
contendevano il soglio pontificio). Secondo Giovanni XXIII la guerra santa
contro il papa “eretico” doveva essere finanziata dall’acquisto da parte dei
credenti delle indulgenze. A quanti si arruolavano come soldati era concessa l'assoluzione
plenaria. In Boemia la vendita fu affidata a Venceslao Tiem decano di Passavi,
che era spalleggiato dall'arcivescovo e dal re e al quale sarebbe andata una
percentuale dal ricavato della vendita. Hus perse l'appoggio del re, quando affermò
dal pulpito che "la guerra santa" in nome della quale
persone venivano uccise, non poteva trarre la propria ispirazione dal messaggio
dell'amore cristiano. Va comunque detto
che Hus non rifiutava i presupposti dottrinali della vendita delle indulgenze,
quanto piuttosto gli abusi derivanti dal mettere tale istituto al servizio di
una "guerra santa", al contrario di Wycliff che ne rifiutava del
tutto i presupposti sacramentali. Ai primi di luglio del 1412 vennero arrestati
e condotti in prigione tre giovani che in chiesa avevano protestato contro la
vendita delle indulgenze, e ciò nonostante il popolo avesse manifestato
affinchè venissero liberati. Questi giovani, contrariamente a quanto i
magistrati avevano promesso, vennero decapitati nella pubblica piazza.
Il processo e la condanna.
Nel 1414, Hus venne convocato davanti al Concilio
di Costanza, riunitosi per risolvere il Grande Scisma e sopprimere l'eresia;
tale concilio era stato voluto dal fratello di Venceslao IV, l'imperatore
Sigismondo, che si atteggiava a protettore della cristianità divisa. Già il Concilio
di Pisa
del 1409, aveva voluto porre termine allo scisma d'occidente, ma esso si era
concluso con l'elezione di un nuovo papa, Alessandro V, portandone a tre il
numero. A Costanza apparve chiaro che all'ordine del giorno sarebbe stata messa
anche la questione della legittimità degli scritti di Wycliff e di Hus.
Quest'ultimo, avendo ricevuto un salvacondotto imperiale, pensava di poter
difendere con successo il suo credo, ma all'arrivo venne imprigionato e
processato per eresia. Tra i suoi accusatori vi era anche Stefano Pàlec, che
era stato un convinto seguace di Milic. Dalla Boemia, intanto, giungevano
notizie a proposito dei discepoli di Hus, che avrebbero offerto il Calice della
Cena di Gesù anche ai laici. Anche se Hus aveva invitato alla moderazione a
proposito di tale argomento, rimettendosi al giudizio di un concilio, l'offerta
del calice divenne un simbolo dell'intero movimento hussita. In realtà Hus in
merito alla Cena del Signore, rimase sostanzialmente cattolico, non accettando
le tesi di Wycliff che negava la transustazione. Durante il processo, che
iniziò il 5 giugno del 1415, ad Hus venne concesso di discutere apertamente con
i suoi accusatori grazie all'intervento di talune personalità politiche che si
erano prodigate per concedergli tale beneficio. Il concilio appuntò la propria
attenzione sullo scritto De Ecclesia , in cui si affermava che la vera
chiesa è lì dove la Parola del Cristo è annunciata e posta fedelmente in
pratica e che il papa, l'imperatore o il vescovo, se erano trovati in peccato
mortale non potevano più farne parte.
La morte sul rogo.
Il verdetto di condanna che chiuse il processo,
obbedì a motivi squisitamente politici, in quanto non si condannò Hus per le
sue affermazioni -tra cui l'appello a Cristo per avere giustizia e non al papa
- ma per il fatto di attentare al potere e ai privilegi della chiesa in terra
boema.
Esortato a ritrattare il contenuto del proprio messaggio, Hus oppose un rifiuto
categorico. Nonostante Hus possedesse un salvacondotto da parte del re di
Boemia, fu condannato alla morte sul rogo il 6 luglio, perché seguace di
Wycliff. La sentenza fu eseguita quella stessa mattina, e dopo l'esecuzione le
sue ceneri furono sparse sul Reno. In Boemia l'esecuzione scatenò la guerra
civile, sostenuta dagli strati inferiori della società, diversamente dalla
seconda Riforma che trovò invece ampio appoggio da parte dell’aristocrazia.
L'eredità di Hus.
L'influenza del pensiero hussita sulla Riforma del
XVI° sec. fu tutto sommato marginale a livello dottrinale, eccezion fatta per
la concezione della Chiesa e la dottrina della predestinazione; tuttavia, la
testimonianza di Jan Hus, condotta sino alle estreme conseguenze della morte
sul rogo, fu un grande esempio per i riformatori. Lutero ammetteva che la sua
concezione della Chiesa, come comunione degli eletti ed invisibile, era sostanzialmente la medesima Hus (Lutero
scoprì e lesse il De Ecclesia durante i giorni della Disputa di
Lipsia
e solo perchè Eck, il suo avversario cattolico, aveva bollato le sue idee come
hussite!). In Hus la dottrina della predestinazione, più che un significato
soteriologico - come in Lutero e nei riformatori del 500°- pone in rilievo la
sovranità e libertà di Dio e si prefigge di mettere in crisi il tentativo di
sottomettere la chiesa a qualsiasi autorità umana. La predicazione di Hus fu
particolarmente centrata sui Vangeli, il cui messaggio normativo contesta le
prerogative sacerdotali. La seconda Riforma porrà maggiore attenzione alle
epistole paoline e al tema della salvezza personale, anche se in tal modo,
l'attesa del Regno finirà con il perdere molto della sua portata
rivoluzionaria.
(autore: Domenico Iannone)