Il problema dell’entrata del peccato nella Creazione

di Domenico Iannone

Il problema dell’entrata del male nel mondo è stata in generale disertata dagli scienziati e lasciata alle spiegazioni dei filosofi e dei teologi. In realtà la relazione intercorrente tra il male fisico e il male morale, non è assoggettabile del tutto a semplici spiegazioni logiche, filosofiche o teologiche. Proprio come troviamo difficoltà nella spiegazione della deità di Gesù, così abbiamo difficoltà nella spiegazione di come il male sia entrato nel creato. Molte interpretazioni, enfatizzano le verità insegnate dalla Scrittura, ma nessuna di esse esprime la completezza della verità biblica. La difficoltà dell’argomento in analisi, suggerisce che la Bibbia non insegni “come” il male entrò nel mondo, ma riconosce solo come il male “è” nel mondo. La Bibbia insegna che la storicità della Caduta non è questionabile. Proprio come siamo incerti a proposito di come e quando Dio creò il mondo, possiamo avere incertezze anche a proposito di come il male e il peccato entrarono nel mondo. Tale attitudine non deve farci deviare dalla fede nel fatto che Dio creò l’universo, che l’uomo venne creato ad immagine di Dio, e che l’uomo si è ribellato a Dio e necessita di redenzione. Tali verità, per un autentico credente, non debbono e non possono mai essere revocate in dubbio. Nella visione riformata della Parola di Dio, male e caduta adamitica sono strettamente connessi. Nello sviluppo di questa stretta relazione assumeremo una serie di presupposizioni: A) la caduta deve essere interpretata teisticamente; B) la Bibbia è la Parola di Dio rivelata ad uomini che erano ispirati dallo Spirito, nel mentre la ponevano per iscritto; C) con l’espressione “male naturale” si intende l’umana disobbedienza alla volontà di Dio, mentre con “male naturale” si riferisce ai fenomeni che conducono alla morte biologica, e che non sono conseguenza dell’attività umana. Differenti interpretazione della relazione tra male naturale e morale, conducono a differenti interpretazione della dottrina della caduta, che possono essere classificate sulla base della loro comprensione dell’ingresso del peccato nel creato e degli effetti del peccato. Avremo allora cinque possibili comprensioni dell’ingresso del peccato nel mondo: (1) instantaneo, (2) duplice, (3) retroattivo, (4) graduale, (5) atemporale. E quattro interpretazioni degli effetti del peccato sul creato, che discuteremo solo in relazione all’ingresso “istantaneo” del peccato: (a) mutamenti fisici, (b) mutamenti fisiologici, (c) mutamenti antropologici, e (d) mutamenti spirituali-fisiologici.

Ingresso Istantaneo del Peccato nel Mondo Creato

Una lettura attenta di Genesi 3, conduce alla conclusione che l’ingresso del peccato nel mondo sia avvenuto in un lasso di tempo molto bravo. Eva tentata dal serpente, mangia il frutto proibito e persuade Adamo a fare similmente. Dio incontra entrambi, sul fare della sera, e riferisce loro le conseguenze della disubbidienza. Di conseguenza sono entrambi condotti fuori da Eden e negli anni seguenti cominciano a sperimentare le pene del parto e l’ostilità del suolo. Tutto ciò implica che sino ad un ben definito punto nel tempo, non vi fosse peccato e male. Il peccato sarebbe entrato nel mondo attraverso un singolo atto di disobbedienza. Il male morale causa l’introduzione del male naturale nella creazione. Il male presente è causato dal peccato dell’uomo. Il male è estraneo alla creazione e sarà rimosso solo con la seconda venuta del Signore. All’interno di questa cornice, le teorie per specificare quale fosse la situazione precedente al peccato, sono sostanzialmente quattro:

1) Mutamenti Fisici 

E’ questa la più radicale interpretazione dei mutamenti intervenuti con il peccato. Con la Caduta adamitica, sarebbero mutate le stesse leggi fisiche dell’universo. L’impatto del peccato fu talmente devastante che ogni aspetto della vita umana, della vita animale, vegetale e della materia inanimata, venne sconvolto. Il male naturale includerebbe in sé, caso, caos, decadimento e crescente disordine (entropia). La seconda Legge della Termodinamica che descrive l’universale tendenza al disordine all’interno di un sistema chiuso, costituirebbe la drammatica testimonianza degli effetti del peccato sul creato. Pertanto il peccato comporterebbe morte per gli organismi viventi e disordine per la materia inanimata. Henry Morris afferma:

“La validità universale della seconda legge della Termodinamica è dimostrabile, ciononostante nessuno comprende perchè essa sia vera... la spiegazione biblica è che essa è chiamata in causa dalla maledizione di Dio su questo mondo e sul suo intero sistema, a causa del peccato di Adamo. Ne concludiamo che la Bibbia insegna che originariamente, non vi era disordine, nè decadimento, nè invecchiamento, nè sofferenza, e soprattutto nè morte nel mondo quando la creazione venne completata.... Eva ed Adamo peccarono, ... il perfetto ordine della creazione e scopo di Dio venne disturbato a causa dell’entrata del disordine e della ribellione nel mondo.”2

A.E. Wilder-Smith crede che: “le leggi operanti all’inizio erano differenti da quelle che operano ora”3 e che “le nostre idee di entropia debbono essere del tutto invalide durante un atto di creazione, dove la creazione è in causa le leggi della termodinamica, così come le conosciamo, sono ribaltate. Qui le leggi che governano il tempo non funzionano più.”4

Tuttavia sorgono molti problemi da tale radicalismo. La maledizione di Genesi 3:14-19 sembrerebbe applicarsi solo al serpente, alle doglie del parto, al suolo lavorato dall’uomo, e alla morte. Il resto della creazione non sembrerebbe essere toccato in modo diretto. Il brano di Romani 8:22-23  “Poiché sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo.”, anche se afferma che tutta la creazione geme ed è in travaglio, non spiega in che modo essa gema. In realtà, la Bibbia sembra implicare che il mondo prima della caduta fosse simile al nostro. Infatti l’esposizione di Genesi 1 e 2 descrive un mondo con stelle, oceani, piante ed animali, nè più nè meno come quello attuale. Da una prospettiva “scientifica” un mutamento radicale è difficile da giustificare. La metodologia scientifica assume la stabilità delle leggi della fisica. L’assunto che la seconda Legge della Termodinamica non fosse vera prima della caduta, minaccia la comprensibilità delle altre leggi della termodinamica. La seconda legge della Termodinamica non afferma soltanto che vi è una tendenza nell’universo circa un accrescimento del disordine, ma descrive anche approssimativamente tutti i fenomeni fisici: le temperature a cui l’acqua gela e bolle, i comportamenti dei gas nell’atmosfera, i processi biochimici cellulari, la solubilità delle sostanze ect. Le transizioni di fase sono caratterizzate da un mutamento di entropia, le molecole di acqua non potrebbero esistere allo stato liquido senza la seconda legge della Termodinamica, la stessa esistenza dell’acqua prima della caduta implica l’esistenza della Seconda Legge. Non ammettere l’esistenza della Seconda Legge prima della caduta implica l’esistenza di un mondo completamente diverso da quello attuale. Anche invocando una sottrazione sovrannaturale di entropia per compensare gli effetti della Caduta, il risultato è comunque un mondo completamente diverso da quello attuale. La più semplice interpretazione di Genesi 1 è che il mondo precedente alla Caduta fosse simile al nostro. Da un punto di vista filosofico, l’idea di cambiamento delle leggi della fisica può risolvere il problema del male naturale ma non spiegarci il bene naturale. La creazione di Dio non è malvagia poichè essa è inerentemente “buona”, tale nozione è minata alla base se le leggi della Termodinamica sono mutate dalla Caduta, poiché il carattere della creazione di Dio dipende da quelle stesse leggi.


2) Mutamenti Fisiologici

Una interpretazione meno radicale degli effetti della Caduta, parzialmente invocata per correggere gli effetti della precedente teoria, ritiene che tali effetti siano essenzialmente fisiologici. L’affermazione di Dio: Tu sicuramente morrai” implica che la morte è introdotta nel mondo dal peccato. Anche Romani 5:12a afferma: “... il peccato entrò nel mondo attraverso un uomo, e la morte attraverso il peccato...”5 Con la Caduta, le leggi della fisica non furono alterate, ma lo furono quelle della biologia. Tutte le creature viventi hanno perduto la propria immortalità. I carnivori apparvero tra gli erbivori, i serpenti cominciarono a strisciare sul suolo, mentre spine e triboli crebbero con il grano. Gli uomini si confrontarono con una vita di stenti, le donne con le pene del parto, ed entrambi incontrarono la morte. Il supporto biblico per tale interpretazione non è molto forte, ed è fondato sostanzialmente su Gen. 9:3 dove Dio sanziona il mangiare carne per la prima volta. Pertanto l’applicazione del termine “morte” al regno animale è pertanto un’estropolazione basata sulla percezione della morte degli animali. Possiamo anche chiederci se sarebbe stato comprensibile il comando di non mangiare il frutto proibito, se Adamo ed Eva non avessero avuto già conoscenza almeno della morte degli animali. Indipendentemente da qualsiasi teoria dell’evoluzione, molti scienziati evangelici ritengono vi sia una forte evidenza che gli animali (carnivori ed erbivori) furono fossilizzati molto prima che gli uomini vivessero sulla terra.6 A tale conclusioni giungono attraverso un raffinamento dei mezzi di misurazione dell’antichità dei fossili. Gli stessi processi di invecchiamento che conducono alla morte, anche se non completamente comprensibile, sono necessari alla vita degli organismi viventi. Se la morte non fosse accorsa prima della Caduta, i processi biologici come il ricambio cellulare, il sistema digestivo, etc., sarebbero stati mutati dopo la Caduta. Se la morte in tutte le sue forme non fosse esistita prima della Caduta, gli organismi microscopici che sopravvivono a causa della moltiplicazione e della morte delle cellule, sarebbero stati radicalmente differenti. Dal punto di vista filosofico, dobbiamo chiederci se la morte animale possa essere considerata un male naturale. L’assunto che la morte in tutte le sue forme sia un male è nebulosa in un mondo dove l’esistenza di alcune specie animali dipende dalla morte di altre, così come la morte di alcuni eco-sistemi dipende dalla morte di alcuni organismi. Così la morte, almeno quella animale,  potrebbe essere parte del buon mondo creato da Dio.8

Mutamenti Antropologici

Si potrebbe pensare che l’impatto primario del peccato abbia avuto a che fare solo con gli esseri umani e con la specie animale del serpente. Tale interpretazione è basata sulle affermazioni di Genesi 2 e 3 che sono indirizzate solo ad Adamo, Eva ed il serpente. La concezione antropologica è tipica del creazionismo progressivo. Dio ad un certo punto del processo di creazione afferma che se gli uomini avessero disubbidito alla Sua volontà avrebbero condiviso la stessa sorte degli animali, e inoltre si sarebbero confrontati con la terra al di fuori del giardino, dove l’habitat era ostile e con le pene del parto. Questa interpretazione sembra consistente con i fossili. Le caratteristiche biologiche degli uomini sarebbero ora essenzialmente le medesime di quelle degli animali, mentre in origine dovevano essere differenti in modo consistente.

Mutamenti Psicologici e Spirituali

Una quarta interpretazione afferma che dopo la Caduta gli uomini sperimentarono solo un mutamento psicologico e spirituale. La morte paventata da Dio era solo una morte spirituale piuttosto che fisica (Giovanni 11:25). La morte di Genesi 2 (Romani 5:12-17) è la separazione da Dio ed una mancanza di comunione con Lui. Dopo la trasgressione, Adamo ed Eva non muoiono fisicamente, ma la comunione con Dio termina. Essi provano vergogna quale effetto di tale situazione, Dio li copre e li scaccia dal giardino allo scopo di far loro soffrire gli effetti psicologici di quanto fatto. Le pene del parto, acquistano maggiore gravità a causa del peccato e della ribellione, le spine e triboli potrebbero avere una connessione con la relazione psicologica al lavoro piuttosto che con un mutamento dell’habitat. Anche la maledizione del serpente potrebbe avere a che fare con la sua reputazione che con un cambio in locomozione. Tutto ciò è consistente con la redenzione, la cui promessa di vita eterna anche se non rimuove la morte fisica, rimuove quella psicologica e spiritaule. Tale interpretazione è consistente con tutte le categorie del creazionismo ma in modo particolare con il creazionismo progressivo e con l’evoluzionismo teistico, e non contraddice i dati scientifici. Filosoficamente la nozione del male naturale come conseguenza del male morale è difficile da difendere, poiché tutti i fenomeni naturali possono benissimo essere esistiti prima della Caduta. Nel mondo prima della Caduta, agli occhi di uomini senza peccato tutto appariva buono, anche un terremoto, o un’inondazione, contrariamente agli occhi di uomini peccatori. Ma se teniamo ferma questa visione, affermando che il male naturale è causato dal male morale, il male naturale si trasforma in una sorta di illusione.

Ingresso Duplice del peccato nel Mondo

Il male sarebbe entrato nel mondo in due fasi. La prima volta con la ribellione di Lucifero. Genesi 1:2 è considerato l’effetto fisico dell’azione di Lucifero e dei suoi accoliti. Il caos e le tenebre rappresenterebbero il catastrofico mutamento di quello che era un mondo senza il male. I sei giorni della creazione descrive la ri-creazione dei cieli e della terra. Pertanto la creazione dell’uomo ad immagine di Dio, rappresenta la speranza di una nuova creazione nel mezzo di una creazione già deturpata dal peccato. Con la caduta della prima coppia, una seconda maledizione contamina ancora la creazione. Il male naturale entra nel mondo con Lucifero, quello morale con la Caduta di Adamo. Tale approccio è invocato per risolvere il problema del male naturale presente prima della Caduta. Tale Interpretazione è tipica della teoria del gap, tanto popolare all’inizio del XX° sec. La morte degli animali, presente già in Eden, è il risultato della ribellione di Lucifero. C. I. Scofield considera tutti gli strati geologici e i fossili, conseguenza del caos descritto in Gen. 1:2.10 Una variante di questa idea è che il male naturale era introdotto nel mondo inanimato di Gen. 1:2, e che la vita, la cui creazione è descritta nel resto del capitolo, era soggetta a morte, fossilizzazione, e alle basilari leggi della fisica e della biologia che conosciamo oggi. E’ questa una combinazione della “gap teoria” e della “teoria di giorni-età” della creazione. Il problema consiste nel fatto che Genesi 1 non appare affatto essere una ri-creazione. Inoltre Romani 5 sembrerebbe indicare che la morte giunse attraverso un uomo e non attraverso Lucifero. Filosoficamente il male naturale, non è il risultato del male morale.

Ingresso Retroattivo del Peccato nel Mondo

La contraddizione tra la nozione che il male naturale sia il risultato del peccato morale e l’evidenza che la morte esistesse nel mondo prima che l’uomo venisse creato può essere corretta da un’idea retroattiva dell’ingresso del peccato. Dio nella sua infinità preconoscenza, preconobbe la ribellione dell’uomo quando lo creò. Il risultato del peccato umano è il male naturale, ma il risultato procedette l’atto del peccato stesso. Secondo il lapsarianismo, tutto ciò può essere inteso come parte dello scopo di salvezza di Dio nel creare il mondo, allo scopo di condurre a redenzione, tanto nell’ambito naturale quanto quello sovrannaturale. Di conseguenza, il male naturale è una necessaria parte della creazione. Tale interpretazione sembra fare di Dio l’autore del male. I cambiamenti susseguenti alla caduta sono psicologici e spirituali, mentre gli effetti fisici e biologici, sono incorporati nel male naturale. Il problema con questa interpretazione è che Genesi 1 parla di “buona” creazione, pertanto è difficoltoso ritenere che essa fosse già ipotecata dal male naturale. Adamo ed Eva non erano predisposti al peccato come potrebbe essere presupposto in un mondo minacciato dal male naturale. Filosoficamente, viene riproposto il conflitto tra volontà libertà e determinismo. Se Dio creò un mondo già ipotecato dalla necessità della caduta, allora il creato sembrerebbe essere legato inseparabilmente al peccato, ma Gesù che visse in un mondo caduto senza peccato è un fenomeno che dovrebbe fare riflettere .

Ingresso Graduale del peccato nel mondo

Il peccato potrebbe essere entrato nel mondo su una lunghezza di molte generazione o addirittura milioni di anni. Ciò si accorderebbe con la teoria dell’evoluzione. L’ateista evoluzionista Carl Sagan, concorda con tale idea, anche se l’idea è consistente con il teismo evoluzionista e alcune versioni di evoluzionismo progressivo.  Sagan afferma in Dragons of Eden esservi una notevole correlazione tra lo sviluppo evoluzionario dell’uomo e il racconto genesiaco della caduta dell’uomo. I fossili sembrerebbero testimoniare di un aumento del volume del cervello degli ominidi nel corso di milioni di anni, permettendo lo sviluppo di quelle porzioni del cervello che presiedono al pensiero astratto ed analitico e alla formazione del concetto di Dio e a quello di giusto e sbagliato. Ciò sarebbe spiegato dalla Scrittura come il “mangiare” il frutto dell’albero del bene e del male. L’incremento delle capacità craniche conduce ad un cranio troppo largo per la struttura pelvica della donna, la quale cosa conduce alle pene del parto. La mente analitica, fa in modo che l’uomo passi dal procacciamento del cibo tramite forza bruta, alla coltivazione del suolo. Il pensiero astratto conduce alla coscienza della morte e all’inevitabilità della fine. A questo punto giunge il riconoscimento della necessità dell’esistenza di un Dio di qualche sorta e al desiderio della comunione con lui.12

Sagan intende il testo della Genesi come un mito con sorprendenti correlazioni allo sviluppo umano, mentre gli evoluzionisti teisti intendono Genesi come la spiegazione ispirata del perchè l’umanità evolva. Nella prospettiva teista, sono possibili due diverse concezioni del peccato iniziale: 1) la prima ritiene che Adamo ed Eva siano personaggi storici che hanno effettivamente trasgredito alla volontà di Dio, dopo essere stati i primi di un gruppo di uomini a riconoscerlo come Dio. Tale azione diede inizio alla maledizione che evolutivamente si estese ai loro discendenti. 2) La seconda concezione intende Adamo ed Eva come rappresentanti simbolici di quella generazione di ominidi che riconobbero Dio quale loro Sovrano e creatore. La ribellione di tali uomini crebbe con il loro progressivo approfondimento del concetto di Dio. I creazionisti progressivi sono costretti a fare una netta distinzione tra una nuova razza umana ed ominidi dei quali abbondano i fossili. In realtà il racconto biblico implica un netto e subitaneo cambiamento nella relazione di Adamo a Dio, la Bibbia afferma: “come il peccato entrò nel mondo attraverso un uomo, e la morte attraverso il peccato, ed in questo modo al morte venne su tutti gli uomini..."13  Interpretare questo passaggio all’interno di un lungo sviluppo evolutivo, implicherebbe un significativo mutamento nell’interpretazione dell’intero contesto biblico. Anche se scientificamente tale interpretazione non solleva grandi problemi, filosoficamente il problema del male naturale che precede il male morale non è rimosso.

Ingresso Atemporale del Peccato nel Mondo

Il racconto della Genesi secondo quest’ulteriore interpretazione insegnerebbe non un temporale “prima e dopo” ma una relazione filosofica “deve ed è”. L’idea centrale è che il male in tutte le sue forme è estraneo a Dio e alla Sua creazione, pertanto non esiste un punto nel tempo in cui il male è stato introdotto nel creato. Male e bene sono mescolati al punto che non è possibile distinguerli e risultano solo essere frutto di prospettive interpretative. Come non vedere che il bene della redenzione, viene fuori dal male della morte di Cristo. La storia della caduta non è temporale, ma filosofica. Il male è già compreso nella creazione. La natura dell’uomo non è né buona né cattiva, ma mera potenzialità in entrambi i sensi. Gli esseri umani hanno la possibilità di libera scelta morale. Il male naturale non è il risultato del peccato morale, ma la pre-condizione per il peccato. Il male naturale, potrebbe essere inteso come peccato originale. Il peccato di Adamo è solo un simbolo dell’impatto del peccato sull’umanità. La caduta non ha un contenuto storico, ma solo allegorico. Così sono letti l’albero del bene e del male, il serpente che parla ad Eva. La Bibbia però mantiene ferma la storicità dell’intero racconto della caduta. Filosoficamente il male morale e il male morale non sono posti in relazione di causalità, ma sono mescolati, ma se il peccato originale ed il male naturale sono costitutivi del creato, non è chiaro in cosa abbia significato per Gesù essere senza peccato in un mondo caduto.


Bibliografia

1R.H. Bube, "Creation (A) How Should Genesis be Interpreted?" Journal ASA 32, 34 (1980); "Creation (B) Understanding Creation and Evolution," Journal ASA 32, 174 (1980).
2H.M. Morris, The Twilight of Evolution, (Baker Book House: Grand Rapids, 1963) pp. 37-38.
3A.E. Wilder Smith, Man's Origin, Man's Destiny, (Harold Shaw Publishers: Wheaton, 1968) p. 74.
4Wilder Smith, ibid., p. 150.
5Romani 5:12a.
6D.A. Young, Creation and the Flood, (Baker Book House: Grand Rapids, 1977).
7K.B. Miller, "Theological Implications of an Evolving Creation," Perspectives on Science and Christian Faith, 45, 150 (1993).
8S. Rice, "On the Problem of Apparent Evil in the Natural World," Perspectives on Science and Christian Faith, 39, 150 (1987).
9D. Fischer, "In Search of the Historical Adam: Part 1," Perspectives on Science and Christian Faith, 45, 241 (1993).
10C.I. Scofield, The Scofield Reference Bible, (Oxford University Press: New York, 1917).
11Jewitt, as quoted in R.H. Bube, "Original Sin as Natural Evil," Journal ASA 27, 171 (1975).
12C. Sagan, The Dragons of Eden, (Random House: New York, 1977).
13Romans 5:12, op. cit.
14R.H. Bube, "Original Sin as Natural Evil," Journal ASA 27, 171 (1975).