Il problema dell’entrata del peccato nella Creazione
Il problema dell’entrata del male nel mondo è stata in generale disertata
dagli scienziati e lasciata alle spiegazioni dei filosofi e dei teologi. In
realtà la relazione intercorrente tra il male fisico e il male morale, non
è assoggettabile del tutto a semplici spiegazioni logiche, filosofiche o teologiche.
Proprio come troviamo difficoltà nella spiegazione della deità di Gesù, così
abbiamo difficoltà nella spiegazione di come il male sia entrato nel creato.
Molte interpretazioni, enfatizzano le verità insegnate dalla Scrittura, ma
nessuna di esse esprime la completezza della verità biblica. La difficoltà
dell’argomento in analisi, suggerisce che la Bibbia non insegni “come” il
male entrò nel mondo, ma riconosce solo come il male “è” nel mondo. La Bibbia
insegna che la storicità della Caduta non è questionabile. Proprio come siamo
incerti a proposito di come e quando Dio creò il mondo, possiamo avere incertezze
anche a proposito di come il male e il peccato entrarono nel mondo. Tale attitudine
non deve farci deviare dalla fede nel fatto che Dio creò l’universo, che l’uomo
venne creato ad immagine di Dio, e che l’uomo si è ribellato a Dio e necessita
di redenzione. Tali verità, per un autentico credente, non debbono e non possono
mai essere revocate in dubbio. Nella visione riformata della Parola di Dio,
male e caduta adamitica sono strettamente connessi. Nello sviluppo di questa
stretta relazione assumeremo una serie di presupposizioni: A) la caduta deve
essere interpretata teisticamente; B) la Bibbia è la Parola di Dio rivelata
ad uomini che erano ispirati dallo Spirito, nel mentre la ponevano per iscritto;
C) con l’espressione “male naturale” si intende l’umana disobbedienza alla
volontà di Dio, mentre con “male naturale” si riferisce ai fenomeni che conducono
alla morte biologica, e che non sono conseguenza dell’attività umana. Differenti
interpretazione della relazione tra male naturale e morale, conducono a differenti
interpretazione della dottrina della caduta, che possono essere classificate
sulla base della loro comprensione dell’ingresso del peccato nel creato e
degli effetti del peccato. Avremo allora cinque possibili comprensioni dell’ingresso
del peccato nel mondo: (1) instantaneo, (2) duplice, (3) retroattivo, (4)
graduale, (5) atemporale. E quattro interpretazioni degli effetti del peccato
sul creato, che discuteremo solo in relazione all’ingresso “istantaneo” del
peccato: (a) mutamenti fisici, (b) mutamenti fisiologici, (c) mutamenti antropologici,
e (d) mutamenti spirituali-fisiologici.
Ingresso Istantaneo del
Peccato nel Mondo Creato
Una lettura attenta di Genesi 3, conduce alla conclusione che l’ingresso
del peccato nel mondo sia avvenuto in un lasso di tempo molto bravo. Eva
tentata dal serpente, mangia il frutto proibito e persuade Adamo a fare
similmente. Dio incontra entrambi, sul fare della sera, e riferisce loro le
conseguenze della disubbidienza. Di conseguenza sono entrambi condotti fuori da
Eden e negli anni seguenti cominciano a sperimentare le pene del parto e
l’ostilità del suolo. Tutto ciò implica che sino ad un ben definito punto nel
tempo, non vi fosse peccato e male. Il peccato sarebbe entrato nel mondo
attraverso un singolo atto di disobbedienza. Il male morale causa l’introduzione
del male naturale nella creazione. Il male presente è causato dal peccato
dell’uomo. Il male è estraneo alla creazione e sarà rimosso solo con la seconda
venuta del Signore. All’interno di questa cornice, le teorie per specificare
quale fosse la situazione precedente al peccato, sono sostanzialmente quattro:
1) Mutamenti Fisici
E’ questa la più radicale interpretazione dei mutamenti intervenuti con
il peccato. Con la Caduta adamitica, sarebbero mutate le stesse leggi fisiche
dell’universo. L’impatto del peccato fu talmente devastante che ogni aspetto
della vita umana, della vita animale, vegetale e della materia inanimata, venne
sconvolto. Il male naturale includerebbe in sé, caso, caos, decadimento e
crescente disordine (entropia). La seconda Legge della Termodinamica che
descrive l’universale tendenza al disordine all’interno di un sistema chiuso,
costituirebbe la drammatica testimonianza degli effetti del peccato sul creato.
Pertanto il peccato comporterebbe morte per gli organismi viventi e disordine per
la materia inanimata. Henry Morris afferma:
“La validità universale
della seconda legge della Termodinamica è dimostrabile, ciononostante nessuno
comprende perchè essa sia vera... la spiegazione biblica è che essa è chiamata
in causa dalla maledizione di Dio su questo mondo e sul suo intero sistema, a
causa del peccato di Adamo. Ne concludiamo che la Bibbia insegna che
originariamente, non vi era disordine, nè decadimento, nè invecchiamento, nè
sofferenza, e soprattutto nè morte nel mondo quando la creazione venne
completata.... Eva ed Adamo peccarono, ... il perfetto ordine della creazione e
scopo di Dio venne disturbato a causa dell’entrata del disordine e della
ribellione nel mondo.”2
A.E. Wilder-Smith crede che: “le leggi operanti all’inizio erano
differenti da quelle che operano ora”3
e che “le nostre idee di entropia debbono essere del tutto invalide durante un
atto di creazione, dove la creazione è in causa le leggi della termodinamica,
così come le conosciamo, sono ribaltate. Qui le leggi che governano il tempo
non funzionano più.”4
Tuttavia sorgono molti problemi da tale radicalismo. La maledizione di
Genesi 3:14-19 sembrerebbe applicarsi solo al serpente, alle doglie del parto,
al suolo lavorato dall’uomo, e alla morte. Il resto della creazione non
sembrerebbe essere toccato in modo diretto. Il brano di Romani 8:22-23 “Poiché sappiamo che fino ad ora
tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi,
che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi
medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo.”, anche se
afferma che tutta la creazione geme ed è in travaglio, non spiega in che modo
essa gema. In realtà, la Bibbia sembra implicare che il mondo prima della caduta
fosse simile al nostro. Infatti l’esposizione di Genesi 1 e 2 descrive un mondo
con stelle, oceani, piante ed animali, nè più nè meno come quello attuale. Da
una prospettiva “scientifica” un mutamento radicale è difficile da
giustificare. La metodologia scientifica assume la stabilità delle leggi della
fisica. L’assunto che la seconda Legge della Termodinamica non fosse vera prima
della caduta, minaccia la comprensibilità delle altre leggi della termodinamica.
La seconda legge della Termodinamica non afferma soltanto che vi è una tendenza
nell’universo circa un accrescimento del disordine, ma descrive anche
approssimativamente tutti i fenomeni fisici: le temperature a cui l’acqua gela
e bolle, i comportamenti dei gas nell’atmosfera, i processi biochimici
cellulari, la solubilità delle sostanze ect. Le transizioni di fase sono
caratterizzate da un mutamento di entropia, le molecole di acqua non potrebbero
esistere allo stato liquido senza la seconda legge della Termodinamica, la
stessa esistenza dell’acqua prima della caduta implica l’esistenza della
Seconda Legge. Non ammettere l’esistenza della Seconda Legge prima della caduta
implica l’esistenza di un mondo completamente diverso da quello attuale. Anche
invocando una sottrazione sovrannaturale di entropia per compensare gli effetti
della Caduta, il risultato è comunque un mondo completamente diverso da quello
attuale. La più semplice interpretazione di Genesi 1 è che il mondo precedente
alla Caduta fosse simile al nostro. Da un punto di vista filosofico, l’idea di
cambiamento delle leggi della fisica può risolvere il problema del male
naturale ma non spiegarci il bene naturale. La creazione di Dio non è malvagia
poichè essa è inerentemente “buona”, tale nozione è minata alla base se le
leggi della Termodinamica sono mutate dalla Caduta, poiché il carattere della
creazione di Dio dipende da quelle stesse leggi.
2) Mutamenti Fisiologici
Una interpretazione meno radicale degli effetti della Caduta,
parzialmente invocata per correggere gli effetti della precedente teoria,
ritiene che tali effetti siano essenzialmente fisiologici. L’affermazione di
Dio: Tu sicuramente morrai” implica che la morte è introdotta nel mondo dal
peccato. Anche Romani 5:12a afferma: “... il peccato entrò nel mondo attraverso
un uomo, e la morte attraverso il peccato...”5 Con la Caduta, le leggi della
fisica non furono alterate, ma lo furono quelle della biologia. Tutte le
creature viventi hanno perduto la propria immortalità. I carnivori apparvero
tra gli erbivori, i serpenti cominciarono a strisciare sul suolo, mentre spine
e triboli crebbero con il grano. Gli uomini si confrontarono con una vita di
stenti, le donne con le pene del parto, ed entrambi incontrarono la morte. Il
supporto biblico per tale interpretazione non è molto forte, ed è fondato
sostanzialmente su Gen. 9:3 dove Dio sanziona il mangiare carne per la prima
volta. Pertanto l’applicazione del termine “morte” al
regno animale è pertanto un’estropolazione basata sulla percezione della morte
degli animali. Possiamo anche chiederci se sarebbe stato comprensibile il comando di
non mangiare il frutto proibito, se Adamo ed Eva non avessero avuto già
conoscenza almeno della morte degli animali. Indipendentemente da qualsiasi
teoria dell’evoluzione, molti scienziati evangelici ritengono vi sia una forte
evidenza che gli animali (carnivori ed erbivori) furono fossilizzati molto
prima che gli uomini vivessero sulla terra.6 A tale conclusioni giungono
attraverso un raffinamento dei mezzi di misurazione dell’antichità dei fossili.
Gli stessi processi di invecchiamento che conducono alla morte, anche se non
completamente comprensibile, sono necessari alla vita degli organismi viventi.
Se la morte non fosse accorsa prima della Caduta, i processi biologici come il
ricambio cellulare, il sistema digestivo, etc., sarebbero stati mutati dopo la
Caduta. Se la morte in tutte le sue forme non fosse esistita prima della
Caduta, gli organismi microscopici che sopravvivono a causa della
moltiplicazione e della morte delle cellule, sarebbero stati radicalmente
differenti. Dal punto di vista filosofico, dobbiamo chiederci se la morte
animale possa essere considerata un male naturale. L’assunto che la morte in
tutte le sue forme sia un male è nebulosa in un mondo dove l’esistenza di
alcune specie animali dipende dalla morte di altre, così come la morte di
alcuni eco-sistemi dipende dalla morte di alcuni organismi. Così la morte,
almeno quella animale, potrebbe essere
parte del buon mondo creato da Dio.8
Mutamenti
Antropologici
Si potrebbe pensare che l’impatto primario del peccato abbia avuto a che
fare solo con gli esseri umani e con la specie animale del serpente. Tale
interpretazione è basata sulle affermazioni di Genesi 2 e 3 che sono
indirizzate solo ad Adamo, Eva ed il serpente. La concezione antropologica è
tipica del creazionismo progressivo. Dio ad un certo punto del processo di
creazione afferma che se gli uomini avessero disubbidito alla Sua volontà
avrebbero condiviso la stessa sorte degli animali, e inoltre si sarebbero
confrontati con la terra al di fuori del giardino, dove l’habitat era ostile e
con le pene del parto. Questa interpretazione sembra consistente con i fossili.
Le caratteristiche biologiche degli uomini sarebbero ora essenzialmente le
medesime di quelle degli animali, mentre in origine dovevano essere differenti
in modo consistente.
Mutamenti Psicologici e
Spirituali
Una quarta interpretazione afferma che dopo la Caduta gli uomini
sperimentarono solo un mutamento psicologico e spirituale. La morte paventata
da Dio era solo una morte spirituale piuttosto che fisica (Giovanni 11:25). La
morte di Genesi 2 (Romani 5:12-17) è la separazione da Dio ed una mancanza di comunione
con Lui. Dopo la trasgressione, Adamo ed Eva non muoiono fisicamente, ma la
comunione con Dio termina. Essi provano vergogna quale effetto di tale
situazione, Dio li copre e li scaccia dal giardino allo scopo di far loro
soffrire gli effetti psicologici di quanto fatto. Le pene del parto, acquistano
maggiore gravità a causa del peccato e della ribellione, le spine e triboli
potrebbero avere una connessione con la relazione psicologica al lavoro
piuttosto che con un mutamento dell’habitat. Anche la maledizione del serpente
potrebbe avere a che fare con la sua reputazione che con un cambio in
locomozione. Tutto ciò è consistente con la redenzione, la cui promessa di vita
eterna anche se non rimuove la morte fisica, rimuove quella psicologica e spiritaule.
Tale interpretazione è consistente con tutte le categorie del creazionismo ma
in modo particolare con il creazionismo progressivo e con l’evoluzionismo
teistico, e non contraddice i dati scientifici. Filosoficamente la nozione del
male naturale come conseguenza del male morale è difficile da difendere, poiché
tutti i fenomeni naturali possono benissimo essere esistiti prima della Caduta.
Nel mondo prima della Caduta, agli occhi di uomini senza peccato tutto appariva
buono, anche un terremoto, o un’inondazione, contrariamente agli occhi di
uomini peccatori. Ma se teniamo ferma questa visione, affermando che il male
naturale è causato dal male morale, il male naturale si trasforma in una sorta
di illusione.
Ingresso Duplice del peccato
nel Mondo
Il male sarebbe entrato nel mondo in due fasi. La prima volta con la ribellione di Lucifero. Genesi 1:2 è
considerato l’effetto fisico dell’azione di Lucifero e dei suoi accoliti. Il
caos e le tenebre rappresenterebbero il catastrofico mutamento di quello che
era un mondo senza il male. I sei giorni della creazione descrive la
ri-creazione dei cieli e della terra. Pertanto la creazione dell’uomo ad
immagine di Dio, rappresenta la speranza di una nuova creazione nel mezzo di
una creazione già deturpata dal peccato. Con la caduta della prima coppia, una
seconda maledizione contamina ancora la creazione. Il male naturale entra nel
mondo con Lucifero, quello morale con la Caduta di Adamo. Tale approccio è
invocato per risolvere il problema del male naturale presente prima della
Caduta. Tale Interpretazione è tipica della teoria del gap, tanto popolare
all’inizio del XX° sec. La morte degli animali, presente già in Eden, è il
risultato della ribellione di Lucifero. C. I. Scofield considera tutti gli
strati geologici e i fossili, conseguenza del caos descritto in Gen. 1:2.10 Una variante
di questa idea è che il male naturale era introdotto nel mondo inanimato di
Gen. 1:2, e che la vita, la cui creazione è descritta nel resto del capitolo,
era soggetta a morte, fossilizzazione, e alle basilari leggi della fisica e
della biologia che conosciamo oggi. E’ questa una combinazione della “gap
teoria” e della “teoria di giorni-età” della creazione. Il problema consiste
nel fatto che Genesi 1 non appare affatto essere una ri-creazione. Inoltre
Romani 5 sembrerebbe indicare che la morte giunse attraverso un uomo e non
attraverso Lucifero. Filosoficamente il male naturale, non è il risultato del
male morale.
Ingresso Retroattivo del
Peccato nel Mondo
La contraddizione tra la nozione che il
male naturale sia il risultato del peccato morale e l’evidenza che la morte
esistesse nel mondo prima che l’uomo venisse creato può essere corretta da
un’idea retroattiva dell’ingresso del peccato. Dio nella sua infinità preconoscenza,
preconobbe la ribellione dell’uomo quando lo creò. Il risultato del peccato
umano è il male naturale, ma il risultato procedette l’atto del peccato stesso.
Secondo il lapsarianismo, tutto ciò può essere inteso come parte dello scopo di
salvezza di Dio nel creare il mondo, allo scopo di condurre a redenzione, tanto
nell’ambito naturale quanto quello sovrannaturale. Di conseguenza, il male
naturale è una necessaria parte della creazione. Tale interpretazione sembra
fare di Dio l’autore del male. I cambiamenti susseguenti alla caduta sono
psicologici e spirituali, mentre gli effetti fisici e biologici, sono
incorporati nel male naturale. Il problema con questa interpretazione è che
Genesi 1 parla di “buona” creazione, pertanto è difficoltoso ritenere che essa
fosse già ipotecata dal male naturale. Adamo ed Eva non erano predisposti al
peccato come potrebbe essere presupposto in un mondo minacciato dal male
naturale. Filosoficamente, viene riproposto il conflitto tra volontà libertà e
determinismo. Se Dio creò un mondo già ipotecato dalla necessità della caduta,
allora il creato sembrerebbe essere legato inseparabilmente al peccato, ma Gesù
che visse in un mondo caduto senza peccato è un fenomeno che dovrebbe fare
riflettere .
Ingresso Graduale del peccato
nel mondo
Il peccato potrebbe essere entrato nel mondo su una lunghezza di molte
generazione o addirittura milioni di anni. Ciò si accorderebbe con la teoria
dell’evoluzione. L’ateista evoluzionista Carl Sagan, concorda con tale idea,
anche se l’idea è consistente con il teismo evoluzionista e alcune versioni di
evoluzionismo progressivo. Sagan
afferma in Dragons of Eden esservi una notevole correlazione tra lo
sviluppo evoluzionario dell’uomo e il racconto genesiaco della caduta
dell’uomo. I fossili sembrerebbero testimoniare di un aumento del volume del
cervello degli ominidi nel corso di milioni di anni, permettendo lo sviluppo di
quelle porzioni del cervello che presiedono al pensiero astratto ed analitico e
alla formazione del concetto di Dio e a quello di giusto e sbagliato. Ciò
sarebbe spiegato dalla Scrittura come il “mangiare” il frutto dell’albero del
bene e del male. L’incremento delle capacità craniche conduce ad un cranio
troppo largo per la struttura pelvica della donna, la quale cosa conduce alle
pene del parto. La mente analitica, fa in modo che l’uomo passi dal
procacciamento del cibo tramite forza bruta, alla coltivazione del suolo. Il
pensiero astratto conduce alla coscienza della morte e all’inevitabilità della
fine. A questo punto giunge il riconoscimento della necessità dell’esistenza di
un Dio di qualche sorta e al desiderio della comunione con lui.12
Sagan intende il testo della Genesi come un mito con sorprendenti
correlazioni allo sviluppo umano, mentre gli evoluzionisti teisti intendono
Genesi come la spiegazione ispirata del perchè l’umanità evolva. Nella
prospettiva teista, sono possibili due diverse concezioni del peccato iniziale:
1) la prima ritiene che Adamo ed Eva siano personaggi storici che hanno effettivamente
trasgredito alla volontà di Dio, dopo essere stati i primi di un gruppo di
uomini a riconoscerlo come Dio. Tale azione diede inizio alla maledizione che
evolutivamente si estese ai loro discendenti. 2) La seconda concezione intende
Adamo ed Eva come rappresentanti simbolici di quella generazione di ominidi che
riconobbero Dio quale loro Sovrano e creatore. La ribellione di tali uomini
crebbe con il loro progressivo approfondimento del concetto di Dio. I
creazionisti progressivi sono costretti a fare una netta distinzione tra una
nuova razza umana ed ominidi dei quali abbondano i fossili. In realtà il
racconto biblico implica un netto e subitaneo cambiamento nella relazione di
Adamo a Dio, la Bibbia afferma: “come il peccato entrò nel mondo attraverso un
uomo, e la morte attraverso il peccato, ed in questo modo al morte venne su
tutti gli uomini..."13 Interpretare questo passaggio all’interno di
un lungo sviluppo evolutivo, implicherebbe un significativo mutamento nell’interpretazione
dell’intero contesto biblico. Anche se scientificamente tale interpretazione
non solleva grandi problemi, filosoficamente il problema del male naturale che
precede il male morale non è rimosso.
Ingresso Atemporale del
Peccato nel Mondo
Il racconto della Genesi secondo quest’ulteriore interpretazione
insegnerebbe non un temporale “prima e dopo” ma una relazione filosofica “deve
ed è”. L’idea centrale è che il male in tutte le sue forme è estraneo a Dio e
alla Sua creazione, pertanto non esiste un punto nel tempo in cui il male è
stato introdotto nel creato. Male e bene sono mescolati al punto che non è
possibile distinguerli e risultano solo essere frutto di prospettive
interpretative. Come non vedere che il bene della redenzione, viene fuori dal
male della morte di Cristo. La storia della caduta non è temporale, ma
filosofica. Il male è già compreso nella creazione. La natura dell’uomo non è
né buona né cattiva, ma mera potenzialità in entrambi i sensi. Gli esseri umani
hanno la possibilità di libera scelta morale. Il male naturale non è il
risultato del peccato morale, ma la pre-condizione per il peccato. Il male
naturale, potrebbe essere inteso come peccato originale. Il peccato di Adamo è
solo un simbolo dell’impatto del peccato sull’umanità. La caduta non ha un
contenuto storico, ma solo allegorico. Così sono letti l’albero del bene e del
male, il serpente che parla ad Eva. La Bibbia però mantiene ferma la storicità
dell’intero racconto della caduta. Filosoficamente il male morale e il male morale
non sono posti in relazione di causalità, ma sono mescolati, ma se il peccato
originale ed il male naturale sono costitutivi del creato, non è chiaro in cosa
abbia significato per Gesù essere senza peccato in un mondo caduto.
Bibliografia
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be Interpreted?" Journal ASA 32, 34 (1980); "Creation (B)
Understanding Creation and Evolution," Journal ASA 32, 174 (1980).
2H.M. Morris, The Twilight of Evolution, (Baker
Book House: Grand Rapids, 1963) pp. 37-38.
3A.E. Wilder Smith, Man's Origin, Man's Destiny,
(Harold Shaw Publishers: Wheaton, 1968) p. 74.
4Wilder Smith, ibid., p. 150.
5Romani 5:12a.
6D.A. Young, Creation and the Flood, (Baker
Book House: Grand Rapids, 1977).
7K.B. Miller, "Theological Implications of an
Evolving Creation," Perspectives on Science and Christian Faith,
45, 150 (1993).
8S. Rice, "On the Problem of Apparent Evil in the
Natural World," Perspectives on Science and Christian Faith, 39,
150 (1987).
9D. Fischer, "In Search of the Historical Adam:
Part 1," Perspectives on Science and Christian Faith, 45, 241
(1993).
10C.I. Scofield, The Scofield Reference Bible,
(Oxford University Press: New York, 1917).
11Jewitt, as quoted in R.H. Bube, "Original Sin
as Natural Evil," Journal ASA 27, 171 (1975).
12C. Sagan, The Dragons of Eden, (Random
House: New York, 1977).
13Romans 5:12, op. cit.
14R.H. Bube, "Original Sin as Natural
Evil," Journal ASA 27, 171 (1975).