Cosa insegna l'arminianesimo?

James Arminius (Jacob Harmenszoon 1559-1609) è noto per avere respinto la dottrina calvinista della salvezza, infatti egli credette che la fede fosse la causa dell'elezione e non piuttosto una sua conseguenza. Ma se l'elezione, ossia il desiderio di Dio di donare la fede secondo il proprio proposito,  non precedesse la fede, la fede non potrebbe essere intesa come un dono. Arminio esponeva la propria dottrina sintetizzandola in quattro punti:

1) Dio ha decretato in modo assoluto che Cristo fosse il Salvatore che "distruggerà il peccato", "otterrà salvezza" e "la comunicherà tramite la Sua stessa virtù".

2) Dio ha decretato di salvare coloro che si pentono e credono in Cristo, per sua causa e attraverso Lui, ad effettuare la salvezza di tali penitenti e credenti se perseverano sino alla fine.

3) Dio ha decretato di "amministrare in una maniera sufficiente ed efficace i mezzi che erano necessari per il pentimento e la fede." Ciò in accordo con la propria saggezza e giustizia;

4) Dio ha decretato di "salvare e dannare particolari persone" basandosi sulla propria pre-conoscenza, per mezzo della quale Egli conosce sin da tutta l'eternità coloro che attraverso la Sua grazia crederanno e persevereranno.

Nella propria esposizione della dottrina della predestinazione Arminio tenta di conservare la teologia della grazia riformata, allo scopo di evitare l'accusa di pelagianesimo, e mettendo al riparo Dio dall'accusa di fare "favoritismi", cosa che a lui sembrava accadere con la dottrina della predestinazione. Come altri prima di lui, egli riteneva che la propria dottrina avrebbe reso il vangelo più presentabile alle coscienze, se si fosse enfatizzata maggiormente la responsabilità umana nell'opera della salvezza.
Tale teologia non poteva che essere un fallimento, perchè pure asserendo che la grazia è necessaria, insegna nel contempo che essa non è efficace.
L'uomo risulta essere l'arbitro ultimo della propria salvezza e Gesù non è l'efficace e sovreno Salvatore del Suo popolo, ma soltanto Colui che rende possibile la salvezza decisa preliminarmente dall'uomo.
Arminio insegnava che la fede era riconosciuta e imputata al peccatore come una specie di merito, mentre l'insegnamento riformato affermava che l'oggetto della fede, cioè Cristo e la Sua giustizia, erano imputati, ossia donati da Dio al peccatore.
Questa diversa enfasi è importante perché sposta il baricentro della salvezza, da Cristo all'uomo. Per Arminio, la salvezza è il frutto degli sforzi congiunti di Dio (che prende l'iniziativa) e dell'uomo (che deve rispondere), anche se in definitiva, l'opera dell'uomo è il fattore determinante di tutta l'operazione.
Nella prospettiva arminiana, Dio ha provveduto salvezza per tutti gli uomini indistintamente, ma tale azione diventa efficace soltanto per quelli che sulla base del proprio libero arbitrio "sceglieranno" di collaborare con Dio e accetteranno la Sua offerta di grazia.
In tal modo è l'uomo e non Dio che decide chi sarà il destinatario del dono della salvezza.

Il messaggio biblico insegna che la salvezza è portata a compimento dall'onnipotente potere del Triuno Dio. Il Padre sceglie un popolo, il Figlio, muore per esso, lo Spirito rende efficace tale morte conducendo gli eletti a fede e pentimento, facendo in modo che desiderino volontariamente di obbedire all'evangelo. L'intero processo (elezione, redenzione, rigenerazione) è opera di Dio ed è possibile solo per grazia.
E' solo Dio e non l'uomo che determina chi sarà il destinatario del dono della salvezza.


Nel 1610, quarantadue ministri di culto arminiani, firmarono e inviarono una petizione (Rimostaranza) al governo chiedendo protezione per la propria teologia. La loro posizione è riassunta in 5 punti: elezione condizionata, espiazione universale, depravazione totale, grazia sufficiente ma resistibile ed incertezza circa la perseveranza dei santi.
I calvinisti replicheranno con una Contro-Rimostranza nel 1611. Ironicamente i cinque punti del calvinismo nascono proprio sulla scia di  questa controversia, ed ovviamente non possono essere considerati un sommario della dottrina calvinista in merito al soggetto della predestinazione.
Nel 1618, dopo un cambio di governo, un sinodo nazionale fu convocato a Dordrecht, allo scopo di giudicare la teologia arminiana; i teologi convenuti misero a punto i Canoni di Dordt , una risposta ai 5 errori degli arminiani ed espressero l 'alternativa biblica alle obiezioni dei rimostranti.


I Cinque Punti degli Arminiani
I Cinque Punti del Calvinismo
Relativa Depravazione o Libero Arbitrio

Sebbene la natura umana sia stata seriamente contaminata dalla caduta, il peccatore non è sfornito di mezzi per comprendere la dimensione dello spirituale. La portata dell'uomo morto nei propri peccati,  va minimizzata. Dio nella propria misericordia, non ha privato il peccatore della capacità di pentirsi e di credere. Dio non interferisce con tale libertà dell'uomo, infatti ogni peccatore possiede una libera volontà, e il proprio destino eterno dipende da come tale volontà sarà utilizzata.
La libertà dell'uomo dipende dalla propria abilità a scegliere il bene o il male in ambito spirituale, pertanto la sua volontà non è schiavizzata dalla sua natura peccatrice. Il peccatore ha il potere di cooperare con lo Spirito di Dio e di essere rigenerato o al contrario di resistere alla grazia di Dio e perire. Il peccatore certamente necessita dell'assistenza dello Spirito, ma non ha bisogno di essere rigenerato dallo Spirito prima di credere, perché la fede è una capacità insita nell'uomo e precede la nuova nascita. La fede è un dono che Dio pone nel cuore di tutti i peccatori a prescindere dalla grazia salvifica, ed è essa che l'uomo mette in causa nel processo di salvezza.

Totale Inabilità o Totale Depravazione

A causa della caduta, l 'uomo è diventato del tutto ribelle a Dio, non desiderando essere a Lui sottomesso, pertanto risulta del tutto incapace di credere nell 'evangelo della grazia.. Il peccatore è morto, cieco e sordo alle cose che concerno il vero Dio (ciò non toglie che possa ricercare dèi falsi), il suo cuore è ingannevole e oltremodo corrotto. La volontà dell 'uomo peccatore non è libera, neutrale o quasi-neutrale, essendo in schiava della propria cattiva natura, pertanto non può compiere scelte per quanto concerne lo spirituale (per quanto possa compierne di morale per grazia comune). Di conseguenza, egli abbisogna di molto più che una semplice assistenza  per accettare il Dio biblico, essendo bisognevole della rigenerazione per essere risuscitato dalla morte alla vita ed ottenere una nuova natura. La Fede non è qualcosa che l 'uomo mette in gioco per ottenere salvezza, ma è essa stessa un dono di Dio.
Condizionata Elezione

L'elezione di Dio di salvare alcuni individui, compiuta prima della fondazione del mondo, è basata sulla Sua previsione dei meriti della fede dell'uomo, che messa a contatto con l'evangelo permetterà di rispondere alla chiamata salvifica. Dio salva coloro che liberamente crederanno all'evangelo, l'elezione è dunque condizionata dalla volontà e dai desideri dell'uomo (e dunque dai suoi meriti). La fede che Dio prevede o preconosce non è donata al peccatore da Dio (e dunque non è creata dal potere rigenerante dello Spirito Santo) ma è il risultato della volontà umana. La causa ultima della salvezza è la scelta da parte dei peccatori di Cristo e non piuttosto la scelta di Dio dei peccatori.
Una Incondizionata Elezione

Dio liberamente e sovranamente determina di salvare alcuni peccatori destinati alla morte eterna, attraverso la giustizia di Cristo, donando loro la fede. Il perché di tale scelta, che avviene prima della fondazione del mondo, è nota sola alla sovrana volontà di Dio, a noi è dato sapere che essa non è fondata su alcun merito umano. Pertanto l 'elezione dei peccatori non può essere fondata su alcuna preconoscenza di una risposta o obbedienza alla chiamata di Dio, al contrario Dio dona fede e pentimento a coloro che elegge. Fede e pentimento sono l 'effetto e non la causa dell 'elezione di Dio. L 'elezione non è determinata da alcuna condizione fondata su una qualche virtù o qualità o atto dell 'uomo, preconosciuto  da Dio.

Universale Espiazione o Generale Redenzione

L'opera di redenzione di Cristo è messa a disposizione di tutti gli uomini a condizione che questi l 'accettino. Sebbene Cristo sia morto per tutti gli uomini, solo coloro che credono in lui sono salvati. La morte di Cristo pone Dio in condizione di perdonare i peccatori soltanto se costoro credono, più precisamente Cristo è il redentore solo se l'uomo accetta ciò.
   
Limitata Espiazione o Particolare Redenzione

L'opera di redenzione di Cristo, non è utile solo in potenza , ossia solo se essa è accettata  dall'uomo peccatore, ma possiede sicura efficacia salvifica. La morte di Cristo ha espiato il peccato al posto di alcuni specifici peccatori, per conferire a costoro, al momento opportuno, sicura  salvezza. Oltre a togliere il peccato del Suo popolo, la redenzione di Cristo assicura tutto il necessario per la salvezza, inclusa la fede che unisce il credente a Dio.
Il dono della fede è applicato dallo Spirito a tutti coloro per i quali Cristo morì e garantisce loro salvezza.


Resistibile Grazia

Lo Spirito opera interiormente solo a condizione che l'uomo accetti l'evangelo, pertanto non vi è alcuna grazia che preceda la fede dell'uomo, e anche se lo Spirito opera in modo segreti nel cuore dell'uomo, essendo l'uomo in possesso di una libera volontà, i suoi effetti possono essere contrastati. Lo Spirito può rigenerare il peccatore a patto che questo con le proprie forze si orienti alla salvezza; la fede (che in tale prospettiva è solo una espressione della volontà dell'uomo) precede e rende possibile la nuova nascita. In tal modo la volontà dell'uomo può rendere possibile o contrastare l'opera salvifica del Cristo. Lo Spirito Santo può attirare a Cristo solo coloro che Gli permettono ciò. Se l'uomo non riconosce la signoria di Cristo, lo Spirito è inefficace e non può dare vita. La grazia di Dio non è dunque invincibile e può essere addirittura resa vana dall'uomo.
Irresistibile Grazia o Efficace chiamata dello Spirito

In aggiunta alla chiamata generale alla conversione effettuata per il tramite della predicazione dell'evangelo, lo Spirito Santo opera negli eletti una speciale chiamata che inevitabilmente li conduce alla salvezza. La chiamata generale, che non è cosa diversa dall 'annuncio dell 'evangelo ed è offerta a tutti gli uomini senza distinzione, può essere e spesso è rigettata, ma la chiamata interiore non può essere rigettata e conduce a sicura conversione. Per il tramite di tale opera i peccatori sono condotti a Cristo. Lo Spirito costringe misteriosamente gli eletti a cooperare con la grazia, a credere, a pentirsi, ad andare liberamente e volontariamente a Cristo. La grazia di Dio è dunque invincibile e non fallisce mai nel salvare coloro verso cui è diretta.
Perdita della Salvezza

Coloro che credono e sono oggi salvati, possono domani perdere la propria salvezza, smarrendo in tal modo la propria fede. Non tutti gli arminiani, sono concordi su tale punto: alcuni ritengono, in modo piuttosto inconseguente rispetto alle premesse del proprio pensiero, che i credenti sono eternamente sicuri in Cristo e che una volta che il peccatore è stato rigenerato in Cristo egli non può più perdersi.
   
Perseveranza dei Santi

Dio nella propria misericordia preserva il dono della fede nei propri eletti in modo che essi possano perseverare nelle buone opere e possa in tal modo realizzarsi la parola: Colui che ha iniziato in voi una buona opera la porterà a compimento.

Molti ritengono che la differenza tra arminianesimo e calvinismo dopo 400 anni non sia più rilevante. In realtà nei circoli evangelici e pentecostali la dottrina arminiana è ancora rilevante e in questi ambienti il libero arbitrio è fortemente sottolineato, pertanto anche se non esplicitamente, il calvinismo è nettamente rifiutato.
Altri ancora sottovalutano la differenza tra arminiani e calvinisti in nome di un attivismo indifferente alle questioni teologiche. Si ritiene che l'opposizione a Cristo nel mondo sia tale da dovere minimizzare certe questioni (anche se non andrebbero sopravvalutate sino al punto da ritenere gli arminiani non cristiani). Questa ultima posizione dimentica che le nostre azioni sono fondate sulle nostre opinioni.
Altri ancora ritengono che le differenze tra arminiani e calvinisti siano conciliabili, poichè risulta sempre possibile affermare che la salvezza sia in parte opera di Dio e in parte opera dell'uomo, dire ad esempio: Io sono per il 75% calvinista e per il 25% arminiano. In realtà la persona che afferma questo è sempre arminiana al 100%, poiché arminiano è colui che nell'opera di salvezza assegna un posto determinante alla volontà dell'uomo. Va anche detto che quanti propongono tali percentuali  paradossalmente, desiderano affermare che la grazia di Dio è la sola causa della salvezza, mentre l'uomo è responsabile davanti a Dio. Questo però significa essere calvinisti.


Il messaggio biblico insegna che la lettera dell'evangelo, senza un'efficace azione da parte dello Spirito Santo, che sottolinei il valore dell'opera di Gesù Cristo, mentre può rendere gli uomini più intelligenti, educati, brillanti, non possiede alcun potere per cambiarne la natura di peccatori. . Coloro che credono nella capacità umana di scegliere per Dio, assumono che tutto quello che è necessario per mutare l'olivo selvatico in un buon olivo sia la potatura, la concimazione, la zappatura e simili altre cose, dove ciò di cui l'albero ha bisogno prima di tutto è di un innesto preso da un buon olivo.
Sino a quando questo non è compiuto tutto il lavoro che è speso attorno all'albero è in massima parte inutile. Il messaggio biblico non sottostima il valore della volontà umana e della responsabilità, le colloca nell'appropriato contesto della scelta fondante di Dio, poichè non intende far pensare che si possano purificare le acque di un fiume, migliorando solo il paesaggio lungo le rive.
Un vecchio proverbio ebreo afferma: "Sradica un albero cattivo e piantalo nel giardino di Eden ed annaffialo con le acque di quel posto; fai in modo che l'angelo Gabriele ne diventi il giardiniere, ciò che alla fine otterrai sarà ancora un albero cattivo che porta solo frutti cattivi".


Oggigiorno i calvinisti hanno remore a sottolineare la propria identità perchè sentono di essere una minoranza. E' importante ricordare che il calvinismo ha avuto periodi di declino e di fioritura, Dio non chiama il proprio popolo ad avere successo, ma ad essere fedele.

(autore: Domenico Iannone)