Agostino e la Gnosi


Agostino ricevette un’educazione cristiana. Dirà nelle “Confessioni” che fu nutrito dalla fede cristiana come un neonato beve il latte materno. Fu catecumeno nella chiesa cristiana africana, e ricevette il segno della croce e la consacrazione con il sale. Ma si allontanerà talmente dalla fede che a Cartagine egli vivrà con una concubina dalla quale avrà un figlio. Tuttavia i suoi studi dell’Ortensio di Cicerone lo inciteranno ad aspirare ad una vita spirituale caratterizzata dalla saggezza, ossia ad interessarsi della filosofia. Tale incontro gli fa operare un provvisorio ritorno alla fede della propria giovinezza. Nelle “Confessioni” dirà: «Ah! come  bruciavo, mio Dio, come ardevo di allontanarmi dal terrestre per giungere a te!». Una conoscenza più approfondita della fede cristiana provocò in lui un ulteriore allontanamento. Il cristianesimo non era in grado di rispondere alle sue aspirazioni, pertanto si convertì al misticismo manicheo. I manichei si dichiaravano cristiani e cristo-centrici, anzi essi pretendevano di essere veri Christiani. Grazie alle scoperte compiute in Algeria e in Egitto, a Tourfan e a Touen-Houang in Asia centrale, veniamo a conoscere il sincretismo e gnosticismo di questo gruppo ereticale. Lo spirito, emanazione del mondo divino della luce, salva l’anima dell’uomo dalla prigione della materia malvagia. L’anima possiede la medesima sostanza dello spirito divino, del Nous. L’ascolto e la comprensione dell’appello rivolto dal Nous all’anima è la gnosi. Per i manichei egiziani il Cristo cosmico è colui che reca la gnosi, costui è nel contempo il Cristo interiore ; nei manichei occidentali, Cristo è soprattutto un principio cosmico nel quale sono riuniti sofferenza e salvezza. In un testo contenente una preghiera, scoperto in Egitto nell’oasi di el-Dachleh, a 800 km a sud-sud-ovest del Cairo, ciò risulta particolarmente chiaro:


Io adoro e glorifico il Figlio del Potente,
lo Spirito rischiarante, il Cristo re,
egli è venuto dai lontani eoni del mondo superiore,
e da quel luogo è disceso verso questo mondo inferiore.
Egli ha annunciato con franchezza la propria saggezza
e i propri segreti inesprimibili agli uomini sulla terra.
E ha rivelato il cammino della verità al mondo intero.
E ha dichiarato questo cammino in tutte le lingue.
E egli separa la verità dalla menzogna
e la luce dalle tenebre
e il bene dal male
e i giusti dagli ingiusti.
Per voi tutta la grazia si è fatta conoscere al mondo.
E la vita come la verità si è fatta conoscere a tutti i popoli
di tutte le lingue.
Lui stesso è divenuto per le anime viventi il Salvatore
[che libera] dai legami ostili della necessità.


Agostino  nelle «Confessioni» afferma di avere  cantato inni manichei. Oggi si conoscono molti di questi inni “eterodossi”. I discepoli di Mani promettevano ad Agostino non soltanto una conoscenza liberatrice, ma anche la gnosi dei misteri più profondi: l’esistenza di Dio, l’origine e il destino dell’uomo, l’origine del male. Ma ciò che risultava più convincente era la loro pietà cristocentrica. Agostino divenne uditore (auditor) della setta e non eletto (electus), ciò significa che anche se non sottomesso a tutte le regole della setta egli divenne un membro ardente e fanatico della chiesa di Mani : onorò Mani come il Paracleto promesso, Cristo come colui venuto a portare la gnosi rivelatrice, rigettò l’AT, fece conoscenza degli apocrifi quali l’Evangelo di Tommaso, gli Atti di Tommaso, gli Atti di Giovanni, credette nell’astrologia e nella reincarnazione. Agostino nel momento in cui conobbe il vero cristianesimo poté apprezzare la bellezza, il valore e la grandezza del mondo materiale in quanto creazione di Dio, poté dunque apprezzare di conseguenza il matrimonio e la sessualità. Egli riconobbe il canone dei libri ispirati, mise fede nella incarnazione e sofferenza storica del Cristo. L’Agostino cristiano è in larga misura l’Agostino anti-gnostico. Come tutti gli uomini Agostino ha cercato lo “spirituale” una cognitio Dei experimentalis, una vera conoscenza di Dio. Il suo lungo cammino di conversione possiamo considerarlo come una conquista di Dio. 

Nel VII libro delle « Confessioni », Agostino racconta che a Milano lesse con entusiasmo il libro di uno scrittore neoplatonico. I neoplatonici affascinavano Agostino poiché consideravano a differenza dei manichei, Dio non un Essere materiale, ma spirituale. Essi davano anche una spiegazione razionale dell’origine del male che era inteso come il nulla. L’esperienza della verità che il neoplatismo proponeva era un’esperienza di tipo mistico che rivelava un Dio misterioso che affascina l’uomo e lo fa tremare, un mysterium tremendum ac fascinans. Agostino è impressionato e nel contempo affascinato da un Dio tanto differente dall’uomo: sed aliud aliud valde. Il confronto con l’umile Gesù, vero Dio e vero uomo, determinerà in seguito il senso della sua conversione. Con la conversione Agostino seguirà le tracce dell’umiltà di Gesù (humilitas Christi). 

Nel libro IX delle « Confessioni » è descritta la « visione di Ostia » in cui Agostino Narra come insieme a sua madre Monica sentì la presenza di Dio. Madre e figlio sono sulla strada del ritorno in Africa, nel porto di Roma ad Ostia, stanno intrattenendo un’ultima conversazione affacciati ad una finestra e il desiderio delle loro anime è il medesimo, E’ la scoperta della prossimità di Dio. Questa non è l’esperienza di un secondo battesimo dello Spirito, Agostino non ha in seguito mai ritenuto fosse neppure un’esperienza necessaria per il credente. Questa esperienza potrebbe con linguaggio mistico medievale essere definita: desertio spiritualis, Questo concetto fu espresso da Bernardo di Chiaravalle e dal famoso teologo olandese del XVII° sec. Gisbert Voetius. Il dersertio spiritualis, è l’abbandono spirituale a Dio per la quale si sperimenta la dolce presenza di Dio e nel contempo la sua assenza. Questa esperienza di Dio è legata alla Parola di Dio. La Bibbia contiene dei segni (signa), i quali sono aiuti adattati alla capacità di comprensione umana. La Bibbia testimonia della verità per il tramite dell’illuminazione (illuminatio), del maestro interiore (magister interior), la verità allora si rivela all’uomo quale dono divino.


di Domenico Iannone